Donna dai capelli ribelli, mi concedo spesso la messa in piega dal parrucchiere. Dove sono subissata dal vapore caldo del phon e da una cascata di chiacchiere futili e lievi. Con la testa ancora non del tutto in ordine, mi chiedo spesso quale sia il confine tra leggerezza e banalità.
Sono certa che a volte la leggerezza, di calviniana memoria, ci aiuti a vivere meglio. Ma a una condizione: che si capisca la differenza tra sostanze e accidenti. E si sappia distinguere le une dagli altri.
Perché può essere gradevole parlare dell’acconciatura di nozze della vicina di casa o della migliore gradazione di colore dei colpi di sole.
Il problema nasce, ed è grave, quando noi donne parliamo solo di queste cose. Quando crediamo che la riuscita del colore delle meches sia l’ombelico del mondo.
Lasciando che l’altra metà del cielo, gli uomini, decidano da soli su tutto il resto.
Maria D’Asaro
(pubblicato su “Centonove” il 28-05-2010)
A mio avviso, uno dei tuoi migliori brani di questo 'formato'!
RispondiEliminaJAN