Ho accennato ai gattini randagi nutriti da mani invisibili, vicino casa mia. Talvolta, per non disturbare i gattini che mangiano, cambio addirittura marciapiede. Anche merito delle riflessioni di Andrea Cozzo, che ritroviamo nel suo ottimo libro: “Conflittualità nonviolenta”. Dove l’autore sottolinea che “l’abitudine a considerare le persone e i viventi come cose può essere combattuta da un esercizio (…) che ci abitui a considerare le cose (e gli animali, aggiungo) come persone.” Poiché: “Violenza è un concetto relativo all’oggetto sul quale si esercita una certa azione: quanto meno io considero quell’oggetto in ciò che esso è per se stesso, tanto più mi avvio alla violenza contro di esso. La nonviolenza è una presa di contatto col mondo circostante nella sua varietà di cose, di esseri subumani, e di esseri umani”. C’è un filo forte e invisibile che lega tutte le forme di vita. Ringrazio Andrea che ce lo fa ritrovare.
Maria D'Asaro ("Centonove": 15 giugno 2012)
Questo post duetta un po' col mio ultimo sui volatili... Condivido: rispetto innanzitutto. Buona serata.
RispondiEliminabellissimo post che condivido !!!!
RispondiEliminaOvviamente condivido anch'io! Il rispetto per tutti gli esseri viventi deve venire prima di tutto. E poi questi mici sono così carini!! :-D
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