Mezzogiorno
di sabato. Siamo a Palermo, in via Oreto nuova. C’è un bel sole di primavera.
Chiacchiero al mio cellulare. Mi siedo
sul gradino del marciapiede, per riposarmi un istante e godere del
tepore della stagione. Si ferma una macchina. Al volante c’è un uomo: lo
sguardo dice più sotto i trenta che no. Mi fissa con insistenza: la macchina
quasi si ferma. Di solito, non mi faccio intimidire con facilità. Ma quello che
ho addosso è uno sguardo maschile pesante, che dice in silenzio: non devi
sederti per strada, guarda che sono un uomo, guarda che questo è il mio
territorio. Forse non avrei dovuto: mi sono alzata e sono andata a sedermi poco
più avanti. Purtroppo, a volte, lo dimentico: che sono una donna, che vivo a
Palermo. Dove, talvolta, bisogna chinare lo sguardo. Perché il rispetto e
l’uguaglianza reale sono ancora una bella chimera, in questa città. Maria D’Asaro (“Centonove”: 8 giugno 2012)
P.s. La foto inserita non ha nulla a che fare con l'episodio narrato. Anzi. Si riferisce a un momento di luminosa solarità su scalini extra-siculi assolutamente "free".
Si stenta a crederlo, ma credo che purtroppo tu abbia ragione...Resta comunque una città stupenda Palermo. Ciao.
RispondiElimina@Pino Palumbo: Palermo è una stupenda città. Ma per viverci ci vuole un pò di allenamento. Grazie della visita, che ricambierò. Ciao.
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