martedì 24 luglio 2012

Nostra Signora e il Figlio laureato



 Eppure Nostra Signora continuava a pensarlo bambino, quando chiamava la mamma di notte perché gli doleva un pochino il ginocchio. Invece era ormai un giovane uomo che ragionava con scioltezza speciale sulla “convezione transitoria di Rayleigh-Bènard mediante cristalli liquidi termocromici”, guadagnando una laurea in Ingegneria con 110, lode e menzione di merito.
Mentre friggeva le zucchine, Nostra Signora aveva imparato da lui tante cose. Ad esempio, tempi e modi dei guasti degli oggetti. I tre ordini di motivi per cui gli oggetti si guastano: la prima, in ordine cronologico, la cosiddetta regione dei guasti infantili si verifica in genere entro il primo anno di costruzione dell’oggetto ed è dovuta al fatto che, in una progettazione industriale, è probabile che circa il 30% degli oggetti risenta di un vizio di lavorazione all’origine, una sorta di peccato originale nella sua costruzione. La seconda è la regione dei guasti causali. La terza è la regione dei guasti per usura. Mentre tendeva l’orecchio rischiando di bruciare le zucchine, il figlio chiariva che: - C’è un sigma di rottura che sottende alla tensione massima per cui l’oggetto si rompe e che, nei software, non esiste la regione dei guasti per usura. -
E poi, mentre lei ascoltava Battiato, aggiungeva: - Mamma, lo sai che le onde sonore, alla fine, sono dei numeri: caratterizzate da un seno e un coseno oppure da un modulo per un esponenziale elevato a un numero complesso? –  Un altro giorno, il Figlio speciale le spiegava la formula del Rischio non lineare di uso mondiale: R=PxCk. Nostra Signora giura di averla capita, la combinazione che sottende alle conseguenze, ad esempio, di un incidente nucleare. Ma non le si chieda, per favore, di spiegarla in modo analitico.
Però una sera il Figlio rifletteva sul fatto che, alla fine: - Siamo prigionieri di un corpo che invecchia. E se fossimo noi invece a decidere quando smettere di giocare? Alla materia importa solo perpetuare se stessa. Ho 22 anni, eccello in molte cose, ma non c’è niente che dia un senso vero  all’insieme … - E poi, in un altro momento: - Mamma, vedi i gabbiani? Hanno la portanza della forza di gravità: così, sono capaci di volare. Peccato che a noi umani questo non succeda. –
Allora, per la sua laurea, lei questa cosa a suo Figlio vorrebbe donare: la capacità di fuggire dalla gabbia dei tristi pensieri. Un paio di ali, per volare nel cielo azzurro di una serenità conquistata.

5 commenti:

  1. Speriamo che Nostra Signora ce la faccia a dare queste ali. Quando sarà, suo figlio sarà completo.
    Comunque non sono pensieri tristi: nonostante tutta la tecnologia incamerata, suo figlio sta prendendo coscienza che la vita non è fatta solo di formule e applicazioni tecniche.
    Ciao, auguri alla Signora e al figlio, se li meritano; la Signora soprattutto per le zucchine (i fiori li avrà gettati?).

    RispondiElimina
  2. Raggiungere una buona cognizione dell'universo che ci circonda è già una gran cosa, ma mantenere nel contempo la consapevolezza del proprio universo interiore vale davvero il massimo dei voti. Mi associo al regalo immaginato da Nostra Signora, accompagnando l'augurio con sinceri complimenti ai neolaureati della foto. Post gradevolissimo, un abbraccio alla mamMaruzza.

    RispondiElimina
  3. Mi viene in mente che certi auguri hanno il sapore di una benedizione, la leggerezza di un paio d'ali, il peso e la consistenza dell'amore.. Quello di Nostra Signora è un augurio così. C'è dentro la partecipazione e la com-passione per la vita di un altro. "Appassionati" auguri alla madre e al figlio! ^_^

    RispondiElimina
  4. Bellissimo l'augurio che fai a tuo figlio! Proprio ieri mia sorella si è laureata in Matematica. Spero davvero che tuo figlio e mia sorella - accomunati dalle date di laurea! - possano trovare una bellissima strada da percorrere. Un abbraccio e congratulazioni :).

    RispondiElimina