L’abito non
fa il monaco. Ma rende riconoscibili gli adepti della setta fondata a fine ‘800
da Charles Russell. I cui seguaci, anche
se non hanno in mano la celebre rivista “Torre di Guardia”, indossano sempre
camicia e cravatta e portano un immancabile desueto borsello. Le donne invece si
vestono con gonne lunghe, camicette accollate e sandali dal tacco basso. I
Testimoni di Geova, ben prima dell’imminente e strombazzata profezia dei Maya,
da decenni annunciano ricorrenti apocalissi, sempre smentite. Eppure mi
colpiscono per l’onesto candore e per la gentilezza testarda con cui vogliono
convertirci a tutti i costi. E per la disinvoltura con cui, mettendo tra
parentesi illuminismo, sessantotto, metodo scientifico e approccio
storico-critico ai testi biblici, affermano con disarmante sicurezza che un
giorno la Terra sarà trasformata in un Paradiso e che gli eletti destinati alla vita eterna in cielo saranno 144.000.
Non uno in più né in meno.
(Maria D’Asaro, pubblicato su “Centonove” del 9.11.2012)
Mi dispiace, ma non riesco proprio a provare simpatia per i metodi di queste persone. Ultimamente ho notato che, almeno nella mia città, mandano avanti i bambini sperando che la gente si intenerisca e si soffermi. Peccato che con me ottengano l'effetto opposto. Ignoro pervicacemente chiunque pretenda di convertirmi a qualunque religione abbordandomi in qualunque maniera, peggio ancora se mi citofona a casa.
RispondiEliminaAccetto educatamente la loro pubblicazione, che ogni tanto ho anche sfogliato, ma di apocalissi mi bastano le mie personali.
E' di questi giorni la notizia dell'adepto testimone che, avendo avuta salva la vita con una trasfusione, ha denunciato il medico che l'ha praticata. Tanta disinvoltura nel divulgare una credenza altrettanta chiusura mentale a interventi salvavita. Se quel medico non avesse praticato quella trasfusione sarebbe stato denunciato per omicidio colposo e magari radiato dall'Ordine per avere mancato al giuramento che gli impone di fare il possibile per salvare la vita umana. Da una esagerazione all'altra: dall'ormai famigerato 'staccare la spina' a chi non vivrà mai più al dare il consenso a fare morire chi invece è salvabile.
RispondiEliminaCiao Marù, un abbraccio.
E, a riprova che il fanatismo non ha confini, una ragazza è morta a causa di una interruzione di gravidanza non effettuata, perché (dai giornali) chi l'avrebbe dovuta praticare si è dichiarato "cattolico", quindi obiettore.
RispondiEliminaAmen.
Ciao di nuovo.
144mila... Sai mica chi bisogna ungere per poter salire nella graduatoria? Qualche assessore, per caso? Io ho un cugino che fa l'usciere all'anagrafe di Busto Arsizio... Che dici, provo a chiedere a lui? ;-)
RispondiElimina@curlydevil: hai ragione. Le proprie personali apocalissi sono più che sufficienti. Un abbraccio.
RispondiElimina@gattonero: poche cose fanno male, a livello sociale, quanto i fanatismi. Specie se collettivi. Ricambio l'abbraccio.
@DOC: apprezzo la condivisione ironica. A proposito, buon compliblog e grazie per l'esilarante video di Monti/Marcorè!Un abbraccio.