A Palermo, le luminarie natalizie brillavano purtroppo già a fine ottobre. Ancora oggi, a gennaio quasi finito, in molte zone della città non sono state ancora dismesse: luci a forma di alberelli, babbi natale, pacchi dono e stelle comete continuano infatti a luccicare imperterrite. Tanto da chiedersi se non si abbia intenzione di tenerle accese per tutto l’anno … E da farsi due ulteriori domande. La prima: se i segni del periodo natalizio sono perenni, la peculiarità della festività non viene quasi annullata? Se è sempre Natale, cosa festeggeremo di particolare a dicembre? La seconda: quanto ci costa, a livello economico ed energetico, quest’inutile spreco? L’astronauta Paolo Nespoli, da poco tornato da un’ennesima missione nello spazio, notava dalla sua navicella spaziale il vertiginoso aumento sulla Terra di zone sempre ‘accese’. Allora s’insinua un sospetto: è possibile che l’inflazione di luci natalizie corrisponda a un deficit di ‘illuminazione’ delle nostre menti?
Maria D’Asaro
Forse si tratta "solo" di pressapochismo unito a superficialità e scarso rispetto della cosa pubblica. Quando troppa luce è sinonimo di buio intellettuale
RispondiElimina@Daniele: concordo in pieno. Buona settimana!
EliminaLa denuncia - valida ben al di là della precisa collocazione geografica di Palermo - si muove su diversi piani: economico(quanto ci costa), ambientale (quale futuro per il pianeta Terra) e valoriale (che cosa festeggiamo a Natale). Quel che sorprende, indigna e addolora (per i primi due aspetti) è una politica dallo sguardo miope, incapace di guardare al di là delle imminenti elezioni.
RispondiEliminaQuesta pubblicazione è una bella metafora. Raccomando il seguente post:
RispondiEliminahttp://quasartechsciencie.blogspot.com.ar/2017/07/alejandonos-del-quasar-3c273.html