Nostra signora è in fila davanti al panificio. La precedono due persone: sembrano due pensionati, tra i 65 e i 75 anni, un uomo e una donna. Chiacchierano animatamente, a voce alta. E’ chiaro che si conoscono e frequentano la stessa parrocchia.
L’uomo dice alla signora: “Hai sentito? Forse ci sarà un vaccino contro il Covid”. Lei ribatte: “Non ci credo tanto. E poi bisogna riconoscere la volontà di Dio nella morte: se uno muore, anche di Covid, vuol dire che è venuta la sua ora. E basta”. Poi entrano, la signora con la mascherina abbassata, e la discussione finisce qui.
Colpita dalla certezza granitica della sua simile, nostra signora è molto a disagio: ha delle perplessità sull’interventismo divino nella storia umana, e poi sta anche leggendo un testo sui limiti di una certa concezione teistica… Così oggi, in un panificio, lei si sente un’aliena, in esilio in terra straniera…
Maria D'Asaro
Eh sì, questo fatalismo che deresponsabilizza e toglie spessore all'agire eticamente impegnato versò sé e verso gli altri - anche solo nel semplice uso della mascherina - non convince. Vedo il libro che stai leggendo: "Perché il cristianesimo deve cambiare o morire"... forse ha una qualche attinenza con questo tuo post. Un caro saluto e buona domenica.
RispondiElimina@Rossana: proprio così. Il libro che sto leggendo mi induce ulteriormente a riflettere sulle conseguenze pratiche di una certa visione del mondo, anche religiosamente orientata. Dietrich Bonhoeffer affermava che i cristiani dovrebbero agire "etsi Deus non daretur". Forse aveva ragione... Ricambio cari saluti. Buona serata e buon tutto.
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