domenica 22 agosto 2021

Le illusioni ottiche racchiuse in un museo

      Palermo – Il turista che soggiorna nella Sicilia nord-occidentale, dove può apprezzare il panorama suggestivo delle saline, la spiaggia finissima di san Vito Lo Capo e il fascino delle isole Egadi, nel centro di Trapani ha l’opportunità di visitare il Museo delle Illusioni Ottiche, noto anche con l’acronimo MOOI (Museum of Optical Illusions), il primo del genere in Italia.
    Il museo, aperto al pubblico nel 2018, è stato ideato dall’ingegnere Tony Pennacchio, che ha profuso nel progetto la sua passione ingegneristica per le curiosità nel campo dell’ottica, della matematica, della fisica, con un’attenzione particolare per la gravità e per il fenomeno fisico definito ‘salita in discesa’, originato da un’errata percezione del piano orizzontale. Uno dei punti di maggior fascino del museo è infatti la stanza della ‘gravity room’, progettata personalmente dall’ingegnere Pennacchio, che offre ai visitatori l’illusione della percezione distorta del piano orizzontale e dell’equilibrio.
   Il museo delle Illusioni è davvero speciale per la tipologia delle varie installazioni, realizzate in proprio e con un tocco particolare di stile e qualità; alcune di esse sono perciò registrate con brevetto e design di proprietà del museo. Inoltre molte installazioni sono state posizionate su piani regolabili in altezza, in modo da essere accessibili e visibili sia a bambini di ogni età che ai visitatori su sedia a rotelle. Il museo trapanese ha infatti tra i suoi punti di forza quello di permettere l'accesso anche alle persone con disabilità. 
    Tra le varie attrazioni di questa singolare esposizione, ci sono la cosiddetta ‘sedia di Beuchet’, la libreria infinita, un prassinoscopio gigante, lo specchio con riflesso capovolto. La ‘sedia di Beuchet’ provoca l’illusione percettiva di far apparire le persone che vi sono sedute grandi la metà rispetto alle loro reali dimensioni. Si tratta di un'illusione anamorfica, provocata da una falsa prospettiva: la sedia è formata in realtà da due parti (la parte della seduta è grande il doppio delle gambe), per cui chi si siede sulla parte più distante della sedia appare molto piccolo, data la distanza fra le due parti e la loro diversa grandezza. Il prassinoscopio, inventato in Francia nel 1976 da Charles-Émile Reynaud, è un dispositivo ottico che permette la proiezione di immagini e disegni creando l'illusione del movimento; quello che c’è al MOOI è il più grande d’Italia.
    Il museo offre una visita interattiva in cui i visitatori sono parte attiva, non spettatori passivi. Ciò è possibile perché, in tutti gli ambienti museali, ci sono guide che offrono supporto scientifico-didattico, spiegando in modo semplice e chiaro le cause delle percezioni illusorie.
Al MOOI - aperto dal martedì alla domenica, dalle 9.45 alle 13.35 e dalle 15.30 alle 20.30 - si accede solo con prenotazione online. I visitatori possono visualizzare la disponibilità per ciascuna fascia oraria e selezionare quella a loro più congeniale. La visita dura un'ora e si accede in gruppi da sei. Il costo del biglietto è di 13 euro per gli adulti, 8 euro per i bambini dai 4 agli 11 anni e di 6 euro per le persone con disabilità.
    Grazie alla sapiente alchimia tra elementi di Fisica e Ottica combinati con l’Arte, l’Architettura, la Psicologia percettiva, il museo delle Illusioni è capace di far apprendere, divertire, emozionare, incuriosire davvero tutti. 
Con un’eccezione: al suo interno, niente animali domestici, così sensibili alle illusioni ottiche da provare disagio e sofferenza. A questi nostri fratellini minori, purtroppo non è possibile spiegare che si tratta, appunto, solo di illusioni… 

Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 22.8.21

3 commenti:

  1. Ciao, Maria.
    Penso che musei come quello di cui hai parlato (anche se non l'ho mai visitato) possano illuminarci molto circa le nostre paure, ansie o per fortuna, anche sulle nostre speranze.
    Siamo abituati a vedere o a sperare in una realtà rassicurante, ma che spesso è tale solo per modo di dire.
    Gli stessi specchi deformanti dei luna park, che si trovano in luoghi di divertimento come quelli, non erano per niente rassicuranti.
    Perfino il riso che suscitavano, era un riso inquietante.
    Ma parla uno che ha sempre odiato il carnevale, quindi meglio lasciar perdere!

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    1. @Riccardo: ciao, Riccardo, lieta di rileggerti. Grazie della visita e del commento, che - nella sostanza - condivido.

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