Si può, sai, stando qui
stando molto fermi
sostenere una stella. Si può
dire alla foglia di cadere quando è ora
e il frutto pilotarlo
alla maturazione.
Si può, credi, festeggiare ogni onda
scandire i fili d’erba e nominare
nell’aria il bene. Spingere il bene alle contrade
pacificare spiriti di guerra. Sostenere
la fiamma di ogni focolare nelle cucine
piccole del mondo, nei tuguri portare
la fiammella che trasforma in mangiare
i frutti della terra. Tenere l’acqua
nella trasparenza. E ferma la montagna
senza vacillare.
Stando molto fermi
si può adorare. Si può entrare
nel dolore di un altro e sollevare,
asciugare il bucato. Volare. Si può
far cuore col cuore della terra. Si può
spezzare in infinità l’umana particella
di carne. Scatenare il potenziale atomico
che sta in ogni scaglia
della nostra pelle. Festeggiare da lì
la presente - nostra - eternità.
Stando zitti e fermi è come dire
ecco, ingravidatemi. Dirlo alle forze
dirlo alle stagioni, al cielo, alle popolazioni
invisibili dei mondi.
Si fa un atto di fede, stando fermi.
Si dice: credo in ciò che non si vede,
so che non sono sola adesso
in questa camera senza nessuno,
so che nel vuoto apparente
c’è una corrente feconda, una mano
che guida la mia mano, una mente
di creazione. So di non sapere
il mistero del mondo. E so di preservarlo
per la fecondazione d’ogni vivente.
Stando molto fermi si crea una fessura
perché qualcosa entri e faccia movimento
in noi, e ci lavori piano, come capolavoro
da ultimare, a cui l’artista ignoto fa un ritocco
con ispirata mano, quasi demente
tanto è forte la spinta e delicata
la certezza del tocco.
(continua..). Mariangela Gualtieri
Davvero splendida, a leggerla stando fermi, e immaginando nuova esistenza, che sommerga la nostra ormai gualcita.
RispondiElimina@Franco: grazie di cuore dell'apprezzamento.
RispondiElimina@Valeria: grazie della visita e del commento, che è misteriosamente scomparso, dopo una notifica...
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