sabato 2 luglio 2022

Il nemico è la guerra. Una prospettiva nonviolenta

Nina Masina (Artisti contro la guerra
@Internazionale)
       "Vorrei proporre una breve riflessione che possa contribuire alla costruzione della pace: costruzione della pace nel senso specifico di insieme di pratiche non militari in grado di fermare l’attuale scontro Russia/Ucraina, e in quello più generale di promozione di una cultura che ci abitui a pensare la soluzione di ogni conflitto violento attraverso il ricorso a mezzi pacifici.
      Non farò analisi sulle responsabilità prime o ultime, immediate o remote, di questa guerra, né cronologie che determinano il suo inizio al 24 febbraio del 2022, come vuole la parte aggredita e chi sta unicamente con essa, oppure al 2014, come vogliono i russi e chi, tentando un’analisi più approfondita (magari riallacciandosi alle riflessioni di Tucidide sulla guerra del Peloponneso), non si adegua all’interpretazione ufficiale del mondo occidentale ma cerca anche altre, cioè le ‘nostre’, passate corresponsabilità.
      Dal punto di vista del pensiero della nonviolenza, cui mi ispiro, – ma anche da quello dello storico e filosofo Plutarco il quale, a proposito della citata guerra del Peloponneso, sottolineava criticamente l’importanza svolta dalla passività della parte terza (cioè le altre città) rispetto ai contendenti, che appunto, purtroppo, “non si interpone” nel momento dello scoppio della guerra –, da questo punto di vista, dicevo, cerco di ragionare concretamente dal luogo che occupo illustrando ciò che poteva, e in una certa misura ancora può, fare la parte del mondo in cui vivo, indipendentemente dal fatto che sul passato si faccia un’analisi o un’altra.
     Perché la nonviolenza (un’unica parola tutta attaccata) non guarda al passato, alle responsabilità, e perfino non guarda alla verità (da questo punto di vista, la nonviolenza è pensiero pratico perfettamente adeguato all’epoca della post verità); essa guarda, invece, al presente in vista della costruzione del futuro. Oltre il pacifismo, benemerito ma che può limitarsi alla protesta, la nonviolenza intende dire come si può operare attivamente per la pace. Innanzitutto, nell’azione immediata, per questa pace qui; poi anche negli interventi strutturali, di sistema, per cacciare poco a poco, come si dice, la guerra fuori dalla Storia. 
Un punto di partenza trasversale: il nemico è la guerra 
    Il nemico è la guerra, e non, ovviamente, l’Ucraina che è aggredita e soffre; non Putin che ha con tutta evidenza aggredito, anche se pretende di giustificarsi facendo presente la sempre maggiore vicinanza della Nato al suo Paese (il che spiega ma non giustifica la sua invasione); non la Nato, benché non sia chiaro il senso della sua esistenza dopo la fine del Patto di Varsavia e men che meno del suo continuo allargamento (dagli originari 12 Paesi agli attuali 30!); non gli Stati Uniti, nonostante tutti i loro errori e di comunicazione e di azione; non l’Europa e l’Italia e chi è per l’invio di armi – che comprendo benissimo, anche se non ne condivido l’opinione; non, tra noi, chi, per me illecitamente, accusa di essere guerrafondai coloro che non vedono soluzioni se non nell’invio di armi in vista di negoziati; non chi, per me altrettanto illecitamente, accusa coloro che, semplici pacifisti o nonviolenti (perché in realtà le due categorie non coincidono) non vogliono l’invio di armi ma interventi volti a contrastare Putin che lo conducano ai negoziati di essere “oggettivamente” a favore dell’autocrate o, al meglio, “anime belle”; non chiunque pensi diversamente da me.
   No; il nemico è la guerra e la distruzione e la morte che stanno operando ferocemente in Ucraina (oltre che in molte altre parti del mondo) e che, oltre a produrre tragedie umane e disastri ambientali, hanno creato un clima d’odio che avrà effetti ancora per chissà quanto tempo nel futuro, visto che ognuna delle due parti ha avuto i suoi morti... 
(l'articolo del professore Andrea Cozzo continua qui: Dialoghi mediterranei )

2 commenti:

  1. Il nemico è la guerra, ma anche armi ed eserciti. Bandire la fabbricazione di armi, distruggere tutte quelle esistenti. Bloccare un paese che ti invade, senza sparare un colpo, è possibile. Un Embargo serio blocca anche una superpotenza. Ma verso la Russia solo provvedimenti all'acqua di rose. Se non si giunge a questa consapevolezza non si otterrà nulla. Purtroppo il mondo non è ancora così evoluto, e chissà se lo sarà mai..

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  2. @Franco: condivido parola per parola. Grazie dell'attenzione accorata.

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