Sto ancora dormendo,
ma nel frattempo accadono fatti.
La finestra sbianca,
le tenebre sfumano nel grigio,
la stanza emerge dallo spazio indistinto,
vi cercano appoggio ombre pallide, vacillanti.
In successione, senza fretta,
poiché è una cerimonia,
spuntano le superfici di soffitto e pareti,
le forme si separano
l’una dall’altra,
il lato sinistro dal destro.
Albeggiano le distanze tra gli oggetti,
i primi bagliori cinguettano
sulla bottiglia, sulla maniglia.
Ora non solo sembra, ma esiste appieno
ciò che ieri è stato spostato,
ciò che è caduto sul pavimento,
ciò che è racchiuso nelle cornici.
Solo i dettagli
ancora non sono entrati nel campo visivo.
Ma attenti, attenti, attenti,
ci sono molti indizi che stanno tornando i colori
e anche la minima cosa riacquista il proprio,
insieme a una sfumatura d’ombra.
Ciò mi stupisce troppo di rado, ma dovrebbe.
Di solito mi sveglio nel ruolo di testimone in ritardo,
quando il miracolo è già avvenuto,
il giorno già costituito
e il mattinale magistralmente trasformato in mattutino.
Wislawa Szymborska: La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945-2009),
a cura di Pietro Marchesani, pag. 597, Adelphi, Milano
La gioia di scorgere, di poter prendersi del tempo, per poter osservare, e godere di cosa avviene, di come avviene, di come ci arricchisce; ci sposta la visuale, il punto di vista, riempie lo spazio, crea immagine, pensiero, sogno, meraviglia, bellezza.
RispondiEliminaGrandi versi!
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