Palermo – Cinquemila piccoli pazienti assistiti ogni anno, tra neonati, bambini e adolescenti; ventisei interventi chirurgici su bambini camerunensi affetti da cardiopatie congenite nell’ultima recente missione di Medicina umanitaria a Yaoundè, in Camerun: il reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale "San Vincenzo" di Taormina, in provincia di Messina, collegato al Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo (CCPM), è senz’altro un presidio di eccellenza della Sanità italiana, oltre che un pezzo importante dei presidi ospedalieri di prossimità, perché consente alle famiglie siciliane con bambini cardiopatici la possibilità di cura non lontano da casa.
Eppure il futuro di questo centro ospedaliero, che dal 2010 opera anche in collaborazione con l’ospedale romano “Bambin Gesù”, è a rischio: scadrà infatti il 31 luglio prossimo l’ultima proroga ministeriale indicata come non rinnovabile.
Per chiedere alle Istituzioni preposte che la Cardiochirurgia pediatrica non venga smantellata, si è costituito da tempo un presidio permanente da parte delle famiglie dei tanti piccoli pazienti cardiopatici assistiti. “Basta passerelle… basta giocare con la vita dei nostri figli...” “È in gioco la nostra vita: no alla mattanza politica”: queste le scritte in alcuni cartelli allestiti dal presidio.
Il primo luglio scorso, al microfono del giornalista Duilio Calarco, del TG regionale siciliano, il papà di un bambino ammalato ha dichiarato: (continua su il Punto Quotidiano)
Maria D'Asaro, 13 luglio 2025, il Punto Quotidiano
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