Palermo – Cinquemila piccoli pazienti assistiti ogni anno, tra neonati, bambini e adolescenti; ventisei interventi chirurgici su bambini camerunensi affetti da cardiopatie congenite nell’ultima recente missione di Medicina umanitaria a Yaoundè, in Camerun: il reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale "San Vincenzo" di Taormina, in provincia di Messina, collegato al Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo (CCPM), è senz’altro un presidio di eccellenza della Sanità italiana, oltre che un pezzo importante dei presidi ospedalieri di prossimità, perché consente alle famiglie siciliane con bambini cardiopatici la possibilità di cura non lontano da casa.
Eppure il futuro di questo centro ospedaliero, che dal 2010 opera anche in collaborazione con l’ospedale romano “Bambin Gesù”, è a rischio: scadrà infatti il 31 luglio prossimo l’ultima proroga ministeriale indicata come non rinnovabile.
Per chiedere alle Istituzioni preposte che la Cardiochirurgia pediatrica non venga smantellata, si è costituito da tempo un presidio permanente da parte delle famiglie dei tanti piccoli pazienti cardiopatici assistiti. “Basta passerelle… basta giocare con la vita dei nostri figli...” “È in gioco la nostra vita: no alla mattanza politica”: queste le scritte in alcuni cartelli allestiti dal presidio.
Il primo luglio scorso, al microfono del giornalista Duilio Calarco, del TG regionale siciliano, il papà di un bambino ammalato ha dichiarato: “Questo è un porto sicuro per i nostri figli… Che i politici non lo abbiano capito è veramente scoraggiante per tutti noi, per tutti i cittadini, non soltanto per me che sono il genitore di un bambino cardiopatico... È veramente una cosa assurda…”
Assieme alle famiglie che lottano per mantenere in vita la struttura, qualche settimana fa, a Taormina, lungo corso Umberto, c’è stato anche un partecipato corteo di solidarietà dei cittadini: “
Il professore Sasha Agati, primario del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo, ha confermato che purtroppo non c’è ancora nessuna notizia ufficiale sulla decisione finale in merito alle attività del reparto; il professore Paolo Guccione, primario della Cardiologia pediatrica dell’Ospedale San Vincenzo, in occasione dell’ultima missione in Camerun, ha poi sottolineato la proficua attività dell’equipe chirurgica anche in quel contesto: “È stata un’esperienza toccante… abbiamo avuto la soddisfazione di cambiare la qualità dell’esistenza e il futuro a un gruppo di bambini… E ne abbiamo ricevuto in cambio la loro gratitudine, che fornisce energia al nostro spenderci per realizzare quest’obiettivo…”
In un paese dove si è deciso di portare al 5% del PIL la spesa per gli armamenti, si troveranno pochi spiccioli - pochi in confronto all’enormità dell’esborso per le armi - per mantenere aperto un presidio ospedaliero che dà speranza di futuro ai piccoli pazienti cardiopatici?
Ad agosto l’ardua sentenza…
Maria D'Asaro, 13 luglio 2025, il Punto Quotidiano
Situazioni simili anche in altre parti d'Italia, grazie ai continui tagli.
RispondiElimina@Cavaliere: proprio così...
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