venerdì 29 aprile 2011

SE I PADRI GIOCANO TROPPO


Alcuni anni fa, il mio era un sereno quartiere di periferia: c’era la scuola, la posta, il salumiere, persino una cartoleria. Ora, oltre alle rughe spuntate sul volto degli abitanti invecchiati, c’è qualcosa di nuovo: un enorme Punto scommesse, all’angolo della strada. Che ha causato un vero cambiamento: automobili posteggiate a casaccio, stratosferico aumento di immondizia e cartacce. E, soprattutto, la presenza, a tutte le ore del giorno, di un bivacco di uomini. Alcuni tristi o annoiati, altri arroganti e prepotenti, qualcuno disperato. Insieme a loro, anche tanti ragazzi che giocano la bolletta e sorridono, sperando nella fortuna. Ignari del fatto che la fortuna arride soprattutto ai padroni dei Punti scommesse …
Ma la cosa più triste sono i bambini: che respirano un’aria malsana, col padre che guarda per ore partite di cui a loro non importa un bel niente. Mentre, fuori, un pallone e l’aria buona li aspettano. Invano.

Maria D’Asaro   (pubblicato su “Centonove” il 29-4-2011)

2 commenti:

  1. vero , grande piaga ,una vera malattia !!!

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  2. @valerio: si, credo proprio che giocare "la bolletta" sia diventato una nefasta dipendenza patologica per molti, troppi padri...
    Grazie dell'attenzione.

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