domenica 4 maggio 2014

Applausi

1) Applausi alla squadra del Palermo, di nuovo in serie A

Foto di Massimo Messina, che ringrazio


2) Applausi al congresso nazionale del Sindacato autonomo di polizia:

Federico Aldovrandi. Ai meno distratti questo nome ricorda “una tragica esagerazione”: il diciottenne morto a Ferrara nel 2005 dopo un controllo di polizia. Perché parlare di Federico oggi? Perché martedì 29 aprile al Congresso nazionale del SAP (sindacato autonomo di polizia) tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la sua morte sono stati accolti dai colleghi con un lungo applauso. Quest’applauso fa male. Certo, fare il poliziotto è difficile e tutti dobbiamo sforzarci di capire quanto stress comporti questo mestiere duro, complicato, pericoloso. Però  a Federico il 25 settembre 2005 è stato negato il futuro: impossibile consolare lo strazio dei suoi genitori.  Allora, per favore, un po’ di silenzio. I quattro agenti sono stati riconosciuti colpevoli dalla Corte di Cassazione e definiti “sproporzionatamente violenti”. Gli applausi dei colleghi del Sap (da cui  si sono però dissociati i poliziotti aderenti ai sindacati SIULP e ILP) sono sproporzionatamente di parte. L’auspicio di oggi è che un’educazione nonviolenta possa ispirare le forze dell’ordine italiane. Solo così noi cittadini potremo guardarle con fiducia e rispetto. E applaudirle, quando sarà il caso. 





3 commenti:

  1. Mi unisco anch'io agli applausi per il Palermo (le squadre cosiddette "minori" mi hanno sempre fatto simpatia).
    E ti ringrazio per aver ricordato la vicenda di Federico Aldovrandi... io non la ricordavo, ma è giusto che simili tragedie non cadano nel dimenticatoio.

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  2. Qui in Emilia la storia del povero Federico è ben nota a tutti. Ogni volta che leggo di lui o qualcuno ne parla, il mio cuore si fa piccolo. Guardo mio figlio e penso che se una cosa del genere succedesse a lui potrei perdere il senno. Quanto marcio, quanto marcio,

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  3. @Vele e Calzino: grazie per la visita e la condivisione. Anch'io penso a Federico e mi immedesimo in sua madre. Quegli applausi sono stati uno schiaffo. Un abbraccio.

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