C’era un tempo in cui Nostra Signora si rifugiava nei profumi di vite parallele, perché la realtà sapeva troppo di amaro. Quando era piccina, le mancava tanto sua madre, che lavorava all’ufficio postale e poi non aveva tempo abbastanza da poterle donare. Allora Maruzza indossava una camicia da notte della sua mamma, si adornava di tante collane, di un copricapo regale e si guardava allo specchio: ecco, era ormai la regina di un regno fatato ...
Da ragazzina era brava e buona, ma non proprio bella, con quel suo naso davvero sgraziato; allora il sogno di un principe azzurro viaggiava sui binari paralleli del tran tran quotidiano impastato di greco, latino e pasti da preparare. Da giovane Signora le era sembrato che la sua vita avesse abbastanza colore e aveva riposto in soffitta le vite di scorta, sperando di non doverle più rispolverare.
Invece, a un certo punto, si era trovata con le gomme dell’esistenza miseramente tagliate. Certo, poteva socchiudere gli occhi e volare di nuovo in posti da favola. E invece Nostra Signora ormai gli occhi voleva tenerli aperti e cercare un senso a quest'esistenza, di per sé piuttosto insensata.
E della vita voleva tenere il volante, anche se per viaggiare in direzione ostinata e contraria.
E della vita voleva tenere il volante, anche se per viaggiare in direzione ostinata e contraria.
....Mari,come ti dicevo l'altra sera,arriva il tempo in cui ci si rende conto di" non avere più tempo" per le vite di scorta (come dici tu) Tagliare i rami secchi e raggiungere, senza voltarsi indiedro,il lido dove il cuore sta meglio.Un mondo di bene
RispondiElimina@mdfex: condivido in pieno. Ti voglio bene. Grazie di esserci.
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