Papa Francesco ha consigliato alle coppie l’uso quotidiano di tre paroline per superare le inevitabili difficoltà; ecco le tre parole magiche: permesso, grazie e scusa. Ma questi termini, spia positiva della nostra buona disposizione interiore, andrebbero comunque considerati e utilizzati in ogni contesto relazionale. Infatti, in essi sono racchiuse verità preziose, che fondano e sostengono qualsiasi relazione: la parola “permesso” implica il riconoscimento dell’altro come misteriosa diversità a cui avvicinarci in punta di piedi; la parola “grazie” contiene la gratitudine, la gioia e la meraviglia per ciò che l’altro/gli altri liberamente ci donano; “scusa” è la parola che riconosce il limite, la fragilità, l’imperfezione, l’errore; “scusa” è il termine che ci permette di riprendere il filo della relazione da dove era stato interrotto. Il miracolo che vogliamo è che questi tre vocaboli siano utilizzati non solo dalle coppie, ma dovunque: a scuola, per strada, in politica. Buon Natale a tutti.
Maria D’Asaro, “100nove” n.48 del 22.12.2016
Arrivo in ritardo perché sono una di quelli che a Natale si rattristano e basta. E allora mi porto avanti e ti auguro buon anno!
RispondiEliminaCara Silvia, ti confesso che anche a me il Natale, per tanti motivi, mette tanta tristezza ... Auguri di un lieto e prospero 2017!
EliminaC'è permesso? Con questa frase si annunciava mio nonno portando su una foglia di fico - come se fosse stato un vassoio d'argento- le primizie dell'orto: due meline qualche gelso nero dei fichi qualche pomodorino rosso e gustoso. Per me iniziava la giornata, per lui era la pausa dopo ore di lavoro. E con quel c'è permesso? entrava in punta di piedi nel mio cuore rendendo unica e indimenticabile la mia infanzia
RispondiEliminaCarissima Adriana, davvero magico e prezioso il tuo ricordo del nonno. Grazie per averlo condiviso qui. Un forte abbraccio. Ti voglio bene.
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