Per viaggiare fuori dall’Unione Europea, devi avere il passaporto. Versamenti, foto e poi in Questura, dove noti il tenore di serena agiatezza di chi, come te, è in attesa per il ritiro: la famigliola che manda il figlio negli USA a studiare, la preside in pensione che va in vacanza. La gente in Italia, e non solo, si suddivide tra chi ha il passaporto, e chi invece no. E tra quelli senza, c’è un’ulteriore dolorosa differenza: chi comunque riesce a vivere nel suo paese e chi, rischiando la vita, è costretto a viaggiare sans-papiers per terra e per mare perché la sua sorte è matrigna.
Col passaporto in mano, chi ringraziare per primo tra la buona sorte che ti ha preservata da vizi e malanni, i tuoi genitori che ti hanno dato una casa e ti hanno fatto studiare, il lavoro che ti fa vivere, la pace del tuo Paese?
Maria D’Asaro
Visti i tempi odierni direi la fortuna di essere nato in un luogo anziché in un altro
RispondiEliminaÈ triste dirlo ma è così.
@Daniele: è proprio cosi ... Buona domenica.
EliminaEsserne sempre consapevoli è già un modo per non rimanere indifferenti rispetto ad altre sorti, ben più drammatiche e dolorose...
RispondiElimina@Rossana: anche se le ingiustizie e le insopportabili e incomprensibili differenze rimangono ... Un abbraccio.
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