Si concludono oggi a Palermo i festeggiamenti in onore di santa Rosalia, patrona della città. Quello di quest’anno è il 394°
Festino della “Santuzza”, appellativo devoto e affettuoso insieme con cui i
palermitani chiamano la loro patrona. La direzione artistica della festa,
inserita tra gli eventi di Palermo Capitale della Cultura, è stata affidata all’attore,
regista e scenografo Lollo Franco e all’apprezzatissima fotografa Letizia
Battaglia, che hanno scelto come tema conduttore “Palermo Bambina”, privilegiando
appunto la rappresentazione di una “Santuzza” bambina, nel periodo in cui
matura l’abbandono del lusso della vita di corte, per la consacrazione a Dio.
Il Festino coniuga tradizione e modernità,
sacro e profano e ha il suo culmine la sera del 14 luglio, quando il carro,
simbolo dei festeggiamenti, percorre corso Vittorio Emanuele e arriva al Foro
Italico. Il carro rappresenterà quest’anno un veliero con due alberi e saranno
ben visibili i fiori simbolo di Santa Rosalia, rosa e lilium, in un gioco di
colori allegro e fiabesco dedicato alla fanciullezza.
L’attore Leo Gullotta
sarà la voce narrante del racconto della vita della santa e dei vari momenti
della rappresentazione, che comprenderà vari “quadri”: il primo, con la
coreografia di Luc Bouy, vedrà la partecipazione del Coro delle Voci Bianche
della Fondazione “Orchestra sinfonica Siciliana”; ci sarà poi la Kids Orchestra
Band del Teatro Massimo e la presenza di Kitonb Project, compagnia di teatro
estremo. Ai Quattro Canti la compagnia catalana de “La Fura dels Baus” racconterà
la liberazione dalla peste con una particolare performance e con la
partecipazione di numerosi artisti “volontari” reclutati in città. Sempre ai Quattro
Canti, ci sarà l’omaggio floreale del sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Il
Carro poi raggiungerà il Foro Italico dove la festa si concluderà con i Giochi
d’artificio.
Ma chi era santa Rosalia? Secondo la
tradizione, Rosalia Sinibaldi (1130-1170 circa), appartenne alla nobile
famiglia dei Sinibaldi, figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina in provincia
d'Agrigento. Visse alla corte di re Ruggero, prima di rifiutare la vita di
corte e il matrimonio, per consacrarsi a Dio e vivere da eremita in una grotta
sul monte Pellegrino, dove morì. Nel 1625 salvò la città dalla
peste e ne divenne la patrona: secondo la tradizione apparve infatti in sogno
ad un uomo indicandogli dove avrebbe potuto trovare i suoi resti, che portati
in processione in città fermarono l'epidemia. Come gesto di solenne
ringraziamento, nel giugno 1625 il cardinale Giannettino Doria fece svolgere la
prima festa in suo onore. E, allora come ora, “u fistinu” si conclude con
l’acclamazione “Viva Palermo e santa Rosalia!”
Maria D’Asaro, Il Punto Quotidiano
Palermo si conferma una città vivissima.
RispondiEliminaPer il profano, dovrò proprio venire al Festino della “Santuzza” :D
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