C’è anche una palermitana, Miriam Sylla, nella nazionale di volley femminile che, ai mondiali appena conclusi in Giappone, non ha conquistato la medaglia d'oro perdendo in finale con la Serbia, ma si è comunque piazzata seconda, con undici vittorie e due sole sconfitte.
La particolare storia della campionessa, che si è guadagnata il titolo di migliore schiacciatrice del mondo, merita di essere raccontata. Le radici di Miriam sono nel continente africano: suo padre infatti, negli anni ’90, è arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio per cercare lavoro e una possibilità di vita migliore. La sua prima destinazione era stata Bergamo perché un amico gli aveva assicurato che lì avrebbe subito lavorato; invece nella città lombarda Abdoulaye (questo il nome del papà) non trovò né un’occupazione né un tetto e fu costretto anche a dormire per strada. Qualcuno lo convinse allora a trasferirsi a Palermo, dove almeno non avrebbe sofferto tanto il freddo.
Nel capoluogo siciliano fu aiutato dalla generosità di Maria e Paolo, una coppia che gli offrì un lavoro e la possibilità di regolarizzare la sua posizione.
Miriam Sylla |
Poté così farsi raggiungere dalla moglie Salimata e, l’otto gennaio 1995, nasce Miriam, per il quale i datori di lavoro di papà sono dei “nonni” affettuosi. Nonni che non vorrebbe proprio lasciare quando la famigliola, spinta dall’arrivo a Lecco di un fratello della mamma, si trasferisce di nuovo al nord, dove Abdoulaye trova questa volta un lavoro stabile in una fabbrica e una casa per la famigliola. Miriam frequenta elementari e medie e, convinta per caso da un’amica, a dodici anni comincia a giocare a pallavolo. La sua grinta e il suo talento vengono notate: gioca prima nella squadra dell’Olginate e poi viene selezionata per l’Orago. L’ascesa nel volley continua: Miriam viene scelta dalla ‘Villa Cortese’ e poi dal ‘Bergamo’, con cui vince la Coppa Italia nel 2015/16. Nel 2018/19 passa, sempre in campionato A1, all’Imoco di Conegliano. Miriam, già titolare nella squadra nazionale italiana, prima dell’argento ai mondiali, aveva già vinto una medaglia d’argento nel 2017 al World Grand Prix.
A chi le chiede se si sente più ivoriana o italiana, l’atleta risponde che è una domanda insensata: «Sono nata qui, io sono e mi sento italiana. Magari più siciliana che del Nord». E, oltre ai nonni elettivi Maria e Paolo, l’aspetta a Palermo il sindaco Orlando, per dirle grazie a nome della città e assegnarle il riconoscimento di “Tessera preziosa del Mosaico Palermo”.
Maria D’Asaro, Il Punto Quotidiano, 28.10.18