sabato 13 aprile 2019

Incontro col papà di "Oh, Harriet"

           Le undici classi della “Cesareo” che hanno letto “Oh, Harriet”, aderendo al progetto lettura adottato  in collaborazione con la libreria cittadina Modusvivendi, hanno vissuto un momento unico ed emozionante: l’incontro con l’autore, il prof. Francesco D’Adamo che, in un’ininterrotta e generosa maratona, ha incontrato gli alunni nel salone della DD “E.Salgari”.
        Nel corso della mattinata, l’autore di “Oh Harriet"  ha sottolineato che quasi tutti i suoi romanzi narrano storie vere, come quelle di Iqbal Masih, il ragazzino pakistano che ha lottato contro il lavoro e lo sfruttamento minorile. 
         A suo avviso, infatti,  un romanzo deve anche essere segno di un impegno etico e civile e comunicare un messaggio positivo al lettore.  E, in un mondo come quello odierno, in cui ricompaiono i fantasmi del razzismo, dell’ingiustizia, dello sfruttamento è necessario conoscere e presentare personaggi reali pieni di coraggio, che si sono battuti per la libertà, per la giustizia, per l’uguaglianza.
         “Ma  – ha continuato l’autore – nonostante prediliga trattare uomini e donne esemplari della contemporaneità, con “Oh, Harriet” ho raccontato una storia di due secoli fa: quella di una donna minuscola, debole, malaticcia, Harriet Tubman, che ha lottato tenacemente per dare la libertà ai neri, schiavi dei padroni bianchi negli stati del sud degli USA, sino al 1865.
            L’ispirazione per narrare la storia di Harriet – definita il Generale Tubman per il suo coraggio – gli è venuta per caso, ascoltando degli spirituals che evocavano l’Underground Railroad, la strada percorsa da migliaia di  schiavi negri alla ricerca della salvezza. Dall’Underground Railroad, il  prof. D’Adamo è arrivato ad Harriet, scoprendo che in Italia non la conosceva quasi nessuno. E allora è nata l’idea del romanzo, nel quale c’è un connubio tra realtà e finzione, in quanto – accanto a persone realmente esistite come Harriet Tubman e John Brown – ci sono personaggi di fantasia, come Billy Bishop e la sua simpatica fidanzata Mary Ann, che arricchiscono la trama narrativa della storia.
            L’autore ha poi concluso affermando che leggere è sempre un momento di crescita, in quanto ci ‘obbliga’ a uscire fuori dal nostro mondo privato e a confrontarci con l’alterità. E ci invita a metterci nei panni dell’altro, facendo un importante esercizio di identificazione col ‘diverso’: “Io divento Harriet e capisco i suoi problemi, le sue lotte, la sua fame di libertà e di giustizia”.
            Grazie, prof. D’Adamo: dopo aver letto il suo libro ci sentiamo più forti e resilienti.
Con una marcia in più per realizzare i nostri sogni di bontà e di giustizia e rendere il mondo un po' migliore.                                                                                                                (da qui e qui)

Maria D’Asaro, Silvia Borruso (Docenti Laboratorio giornalistico “G.A.Cesareo” – Palermo)

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