Dal sito di "Azione nonviolenta", ecco cosa scrive Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento:
"La lobby delle armi e' passata all'incasso della cambiale elettorale. Salvini e la Lega, con l'appoggio prostituito dei Cinque Stelle, hanno ripagato il sostanzioso aiuto ricevuto da chi le armi le produce e le vende, con enormi fatturati.
Non e' un segreto l'attivismo politico del Ministro tuttofare dimostrato ad Hit Show, la Fiera vicentina di armi e munizione. E non e' un caso se nel cuore della produzione armiera italiana, tra Brescia e Bergamo, la Lega raccoglie una media del 35% dei voti, con punte del 40%.
L'intreccio armi-politica fa scuola in tutto il mondo. Salvini e' uno scolaretto che si ispira in questo ai suoi maestri, da Trump a Putin, da Bolsonaro a Erdogan. Basta leggere un po' di cifre di come la facile diffusione delle armi corrisponda ad un aumento della insicurezza. Stragi e morti per armi da fuoco sono in aumento vertiginoso negli Stati Uniti e in Brasile, in Russia e in Turchia gli affari sporchi della politica sono sempre piu' intrecciati al mercato armiero.
Il guaio e' che a guadagnarci sono i fabbricanti d'armi, ma a rimetterci sono i cittadini, sempre meno liberi e piu' a rischio con leggi liberticide e autoritarie.
Drogare l'opinione pubblica con la paura percepita di furti e rapine, e garantire l'impunita' a chi spara per difendersi, e' la diabolica manovra che ha portato all'approvazione della legge con il consenso di larga parte dell'opinione pubblica. Un boomerang che si ritorcera' sul cittadino due volte vittima: della propria arma e della politica senza scrupoli.
Oggi al Senato ha vinto l'industria delle armi; la prima vittima e' stata la democrazia."
Mao Valpiana, qui una sua toccante biografia.
(mio padre, dopo aver dismesso la carica di sindaco del suo paesino e non avere trovato lavoro come sarto, a Palermo ha gestito una tabaccheria per circa quindici anni - anni 1970/84 circa - durante i quali ha subito alcuni furti e varie rovinose rapine. Durante una di queste, gli sono stati sottratti valori per i quali ha dovuto lavorare gratis nove mesi per rifondere il proprietario della rivendita di tabacchi. Nel corso di un’altra rapina, lo hanno leggermente ferito per sottrargli anche il portafoglio.
Papà non ha mai chiesto il porto d’armi né pagato “il pizzo”. Affermava che le forze di polizia dello Stato avrebbero dovuto presidiare e controllare meglio il territorio. Da buon cristiano, sono certa che abbia pregato per i suoi rapinatori … Mio padre era un santo? Era un uomo con i suoi pregi e i suoi limiti. Con una saggezza frutto della sua formazione etica e civile.) Maria D'Asaro
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