Bisognava avere almeno vent’anni, la notte del 9 novembre 1989, per sentire oggi l’enorme portata storica della trentennale ricorrenza. Bisognava avere vissuto tutta la tragedia della cosiddetta cortina di ferro, della fatale contrapposizione tra Est e Ovest, tra comunismo e capitalismo, per potere gioire in modo fanciullesco, selvaggio e totale, il nove novembre 1989, quando fu finalmente abbattuto il terribile muro che, dal 13 agosto 1961, teneva separati i tedeschi di Berlino est dai loro connazionali di Berlino ovest.
Anche io, quella notte, ero ubriaca di gioia. Di anni ne avevo 31, ero abbastanza grande per capire e gioire. E ho avuto la gioia di festeggiare l’epocale avvenimento storico con mio padre, come e più di me appassionato di storia e di politica, papà che proprio il nove novembre faceva il compleanno. Anche se vivevamo nella lontana, relativa serenità di un Paese democratico dell’Occidente, eravamo davvero felici per la riconquistata libertà di tutti i tedeschi dell’est. Avevamo gli occhi lucidi, pensando al sacrificio delle centinaia di persone morte nel tentativo di conquistare la libertà e la possibilità di vivere in uno stato di diritto. Speravamo che il crollo del muro fosse l’inizio di una fase storica di convivenza pacifica. Poi abbiamo visto che nel mondo non sarebbe stato così … ma questa è un’altra storia.
Oggi, a trent’anni di distanza, celebriamo la caduta del muro, sperando che i ventenni e i trentenni di oggi continuino a coltivare nella mente e nel cuore progetti di libertà e di giustizia, di solidarietà, di uguaglianza e di pace
Maria D’Asaro
(foto mari@dasolcare: Berlino, agosto 2019.
East Side Gallery; Caduti per la libertà; resti del Muro di Berlino)
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RispondiEliminaIl mondo ha bisogno di tanta pace.
RispondiEliminaSaluti a presto.
@Cavaliere: sono d'accordo! Ricambio saluti cordiali.
EliminaBel post, corredato da immagini eloquenti. Il grande interrogativo è proprio quello che citavi alla fine: perché non abbiamo saputo far tesoro di quella storia, di quel muro abbattuto? Perché rinascono muri - fisici e mentali - che trovano tanto seguito nella propaganda politica (europea e non solo italiana)? Guardo a questo nostro tempo con preoccupazione (penso, per esempio, al "caso" Segre). Cerco di trasmettere ai miei alunni l'importanza della conoscenza storica, il senso della complessità, il valore civile e morale delle nostre scelte (piccoli semi che forse porteranno frutto). Nel frattempo mi pare che slogan, semplificazioni, riduzioni abbiano una presa "preconcetta" su tanti (giovani e adulti), difficile da arginare.
RispondiEliminaUn caro saluto.
@Rossana: sono contenta di saperti insegnante preziosa, maestra di valori etici e civili, nella scuola dove lavori. Mentre purtroppo la nostra Italia sembra aver perduto la bussola della buona strada della convivenza fraterna e solidale ... Grazie del tuo lavoro prezioso. Ricambio cari saluti.
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