martedì 18 agosto 2020

I giusti che salvano il mondo

Marc Chagall: Solitudine (1933)
      Lo spazzino che, alle 8 del mattino, raccoglie con solerte attenzione le cartacce in una stradina della città, desolata e deserta; il pollivendolo che sorveglia la cottura dei polli allo spiedo, con mascherina e un asciugamano al collo, per assorbire i rigagnoli di sudore; il ragazzo che, con voce gentile, consegna casse d’acqua a una vecchietta; la volontaria che, in una chiesa, assegna con paziente dolcezza i posti a sedere a due fedeli piuttosto indisciplinati, il ragazzo con la pelle scura che, alle nove di sera, pulisce con cura i locali di un panificio.
      Li ho incontrati, a Palermo, in una torrida giornata agostana. Forse uno di loro è un Lamed-Vav, uno dei 36 giusti che, secondo il Talmud, vivono nascosti tra noi in ogni tempo per giustificare la vita del genere umano agli occhi di Dio: se anche uno solo di essi mancasse, il mondo sarebbe votato alla fine.

Maria D’Asaro

8 commenti:

  1. Ma pensa se tutti quelli che lavorano con gli altri o per Il pubblico fossero contenti di dare un buon servizio, come sarebbe piena di senso la loro vita! Poi è chiaro che si incontrano anche i maleducati o le giornate storte, ma la gioia di fare bene la tua parte non deve dipendere sempre dagli altri!

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    1. @Giorgio: sentirsi utili e operare bene aiuta a dare un senso alla vita... grazie. Saluti cordiali.

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  2. I giusti e gli umili, coloro i quali fanno questi gesti con assoluta naturalezza perché è giusto farli e perché a loro viene istintivo eseguirli.

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    1. @Daniele: aggiungo che magari fare il bene, a volte, è anche esercizio consapevole... Un saluto cordiale.

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  3. Bellissimo questo breve intenso post. Grazie.

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    1. @Rossana: grazie a te per la tua attenzione costante e affettuosa. Un abbraccio.

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  4. Il brutto è che i giusti non fanno notizia ...

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