Palermo – Ci sono volute le lacrime inconsolabili di sua madre, c’è voluta la tenacia di una commissione d’inchiesta parlamentare, c’è voluto un comitato cittadino che ha chiesto senza sosta la verità sulla sua tragica morte. Solo così, dopo quasi 21 anni, è stata resa giustizia a Emanuele Scieri, parà di leva siracusano trovato morto il 16 agosto 1999 a Pisa all’interno della caserma ‘Gamerra’, sede del C.A.PAR., Centro Addestramento Paracadutisti. Il 12 maggio 2020 la Procura Militare di Roma ha infatti chiuso le indagini sulla vicenda contestando a tre persone il reato di "Violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso".
Le conclusioni giudiziarie a cui è pervenuta la Procura Militare di Roma hanno confermato il lavoro prezioso e decisivo della commissione parlamentare di inchiesta, guidata fra il 2016 e il 2017 da Sofia Amoddio, grazie alla quale il ‘caso Scieri’ è stato riaperto già nel 2018 dalla Procura di Pisa e poi, nel maggio scorso, da quella militare di Roma. (continua su: il Punto Quotidiano)
Maria D'Asaro, 16.08.2020, il Punto Quotidiano
Un caso di nonnismo un fenomeno gravissimo così come grave è stato dover attendere tutti questi anni per avere giustizia
RispondiElimina@Daniele: proprio così...
EliminaGrazie per aver ricordato questa storia di triste violenza, venuta finalmente alla luce, nel suo reale svolgimento e nella sua crudezza senza senso.
RispondiElimina@Rossana: come blogger sento il dovere morale di mantenere viva la memoria di Emanuele perchè crimini così assurdi non si ripetano. Un abbraccio.
EliminaCiao Maria...viviamo in un paese dove il termine Giustizia è assai labile e interpretativo. Ci sono voluti anni per portare alla luce questo spietato omicidio e non aggiungo altro. Una preghiera per questa giovane vita spezzata anzitempo. Grazie per il post e un abbraccio forte.
RispondiElimina@Vivi: grazie a te per il commento accorato. Ricambio l'abbraccio.
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