giovedì 17 dicembre 2020

Sanzione illegittima alla professoressa Dell’Aria: vince la Scuola

    Così, alla fine, oltre che a Berlino, un giudice si è trovato anche a Palermo:
    Secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, il giudice del lavoro Fabio Civiletti ha dichiarato illegittima la sanzione disciplinare comminata alla professoressa Rosa Maria Dell'Aria, docente di Italiano nell’Istituto Tecnico Industriale “Vittorio Emanuele III di Palermo. Alla docente verrà infatti restituito lo stipendio per i 15 giorni di sospensione dal lavoro, nel maggio 2019, a seguito del video - prodotto da alcuni studenti in occasione della Giornata della memoria, il 27 gennaio 2019 - quando l'immagine delle leggi razziali introdotte da Mussolini nel 1938 veniva accostata a una foto scattata durante la conferenza stampa di presentazione del Decreto sicurezza dell'allora ministro dell’Interno Matteo Salvini
"Il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso – ha dichiarato l'avvocato Alessandro Luna, che ha presentato il ricorso assieme all’avvocato Fabrizio La Rosa - non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la 'culpa in vigilando' sull'operato dei suoi alunni, perché se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione".
"Sono molto contenta, fin dall'inizio volevamo che il provvedimento fosse dichiarato illegittimo e così è stato. Io ovviamente speravo che finisse così, ma nessuno mai a priori può avere certezza dell'esito di una sentenza", dice la diretta interessata. "I ragazzi - spiega la docente - non hanno mai avuto in mente di paragonare le due cose . Avevano letto il libro di Lia Levi 'Questa sera è già domani', ma noi abbiamo discusso soltanto di accoglienza di migranti, di diritti umani e l'accostamento era semmai tra la condizione degli ebrei di allora e i migranti di oggi. Niente altro di più. In quel libro si parla della conferenza di Evian del 1938, che venne convocata per discutere e trovare una soluzione al problema dell'aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista, di profughi, un tema che è assolutamente attuale. La scuola come luogo di confronto. E' anche questo il ruolo dell'istituzione didattica, la scuola deve essere luogo di libertà di opinione, luogo di confronto, di discussione e di salvaguardia della libertà delle opinioni". (Da qui)
      Da un mio articolo del giugno 2019, ripropongo le opinioni dei professori Augusto Cavadi, Rossana Rolando e  Francesco Dipalo:
     (...)L’episodio  (...) ha posto innanzitutto una questione di merito e una di metodo. Ecco a tal proposito cosa ha scritto il filosofo palermitano Augusto Cavadi: “Dal punto di vista del merito, si potrebbe disquisire a lungo se le politiche attuali di questo governo siano razziste o meno. (…) Ma, proprio perché se ne potrebbe discutere a lungo, significa che l’opinione affermativa non è manifestamente infondata. Dunque un burocrate non è qualificato, in quanto tale, a dirimere la questione. Ma, ammesso che la tesi dei ragazzi fosse comunque infondata, si aprirebbe una questione formale di metodo: a scuola le opinioni vanno censurate in nome dell’autorità o discusse (ed eventualmente confutate) in nome della cultura?”
            La vicenda ha riacceso inoltre il dibattito su una questione cruciale: si fa politica a scuola? Ci sono stati molti commenti di segno negativo, sintetizzati nelle affermazioni: “Fuori la politica dalla scuola”, “I professori devono insegnare e basta”, “La scuola non deve essere di parte”, “La scuola deve fare la scuola e la politica deve essere fatta nelle sedi giuste”.
         Ma cosa significa realmente fare politica a scuola? Su tale interrogativo, queste le riflessioni della professoressa Rossana Rolando: “Se politica vuol dire indottrinare, orientare in senso partitico, manipolare le menti, come è accaduto storicamente nei regimi novecenteschi (dal fascismo al nazismo allo stalinismo), allora è bene che la politica rimanga fuori dalle aule scolastiche e dagli altri ambiti educativi. Ma se la politica è lo spazio in cui si organizza la possibilità della convivenza tra le diversità, se è amore per la comunità umana e per il suo destino sulla terra, (…), se è esercizio della parola come mezzo per risolvere i conflitti e come strumento di comunicazione, se è luogo di condivisione della memoria, se è palestra in cui esercitare i valori della Costituzione … allora la scuola è momento politico per eccellenza. Insegnare è preparare le giovani menti ad essere protagoniste consapevoli dei processi democratici, in modo tale da poter assumere in futuro la propria fetta di responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri.” 
            E la docente conclude così le sue riflessioni: “Questo senso altamente politico (e non partitico) non è disgiungibile in nessun modo dalla scuola, nella sua natura di scuola educante, non semplicemente quando si occupa di temi storico-politici, ma sempre. Per questo la cultura può incutere paura al potere costituito e può entrare in conflitto con esso, come è accaduto nel corso dei secoli a quegli intellettuali che hanno promosso il pensiero autonomo. ”
             Altrettante chiare, infine le parole del filosofo Francesco Dipalo:  “Un bravo professore fa politica? Se per fare politica s'intende la becera partigianeria, gli sproloqui televisivi, la stupidità di taluni comizi di piazza, gli slogan urlati o il gossip da fake news no, per carità! 
Se per "fare politica" si intende fornire agli studenti l'abc concettuale e storico per intendere i termini del dibattito politico attuale, nonché gli strumenti critici per decifrare il presente (alla luce del passato) e illustrare i valori fondamentali della nostra carta costituzionale democratica, ebbene sì, non solo ha la possibilità, ma ha l'esplicito dovere di "fare politica".

8 commenti:

  1. Spero che la prof Dall'Aria abbia giustizia!

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    1. @OLga: proprio così. Buona domenica e grazie per il commento.

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  2. Non vince la scuola in quanto istituto ma direi il libero insegnamento.

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    1. @Daniele: precisazione corretta. Ma nel titolo ho sintetizzato.

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  3. Beh, ho fatto un bel respiro a pieni polmoni. Aria fresca e pura, che bello!

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    1. @Giorgio Giorgi: abbiamo davvero bisogno di bei respiri... Buona domenica e saluti cordiali.

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  4. Sì, è proprio così: vince la Scuola, con la lettera maiuscola. Onorata della citazione. Un abbraccio e buona domenica.

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    1. @Rossana: ho seguito con trepidazione la vicenda della professoressa Dell'Aria, vicenda che ci riguarda come docenti e come cittadini. Non potevo non riportare le tue puntuali e illuminate considerazioni... Buona domenica! Ricambio l'abbraccio.

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