(…) A mio avviso il senso della vita si compie proprio nella felicità, intesa non come piacere temporaneo ma come serena e permanente disposizione di fondo denominabile anche letizia o serenità. Il senso della vita, per noi che l’attraversiamo senza sapere da dove veniamo e senza sapere dove andiamo, consiste nello stare bene, felici di esserlo, sereni di fronte alla morte che inevitabilmente ci farà suoi.
(…) Quando la si trova, questa felicità che deriva dall’umano nell’uomo diviene il tesoro più prezioso dell’esistenza, la fonte di energia pulita che alimenta la vita senza dover pagare la bolletta a nessuno, perché sgorga da dentro. Ma per trovarla ci sono a mio avviso due condizioni essenziali: l’armonia con il mondo e la cognizione del dolore.
La prima condizione si capisce da sé: la mia felicità sarà veramente tale solo se non sarà frutto di rapina o di menzogna, solo se per conquistarla non avrò fatto male a nessuno. Il fine della mia vita non consiste nel far stare bene gli altri, ma nello stare bene io, prima persona singolare; questo stare bene io però si può realizzare solo in armonia con gli altri, evitando che il mio star bene si basi sull’averli sfruttati, ingannati o peggio ancora. Devo stare bene io, anche perché solo così posso contribuire a far stare bene gli altri; ma allo stesso tempo devo far stare bene gli altri, perché solo così sto davvero bene io.
Diceva il Buddha: «Cercando con la mente in tutte le direzioni, non si trova alcuno più caro di noi stessi. Invariabilmente, fra tutti gli altri, ognuno ha caro se stesso. Pertanto, chi ama veramente se stesso, non arrechi danno agli altri.»
Siamo strutturalmente relazione: il mio io esiste perché c’è un tu che lo riconosce a livello psichico, e che prima ancora l’ha generato a livello fisico. Per questo il senso della vita non è fare, ma è stare; più precisamente, è stare in armonia; fino a diventare e a essere armonia.
Vito Mancuso I quattro maestri, Garzanti, Milano, 2020, pag.9,10,11
Verità assoluta raccontata molto bene. Da conservare per riguardarla al bisogno, ripetibile come un farmaco.
RispondiElimina@Giorgio Giorgi: sto leggendo il testo di Mancuso. Sinora ne vale la pena.
EliminaCitazioni belle. Vito Mancuso, con questo suo ultimo libro, ci regala ancora una volta spunti di vita, possibilità di senso, squarci di luce che permettono a ciascuno di cercare in se stesso l'autonoma voce del maestro interiore, nutrita dalle parole di grandi maestri.
RispondiEliminaGrazie. Buona Pasqua, un grande abbraccio.
@Rossana: Cara Rossana, sono ancora alle prime 70 pagine. Posso dire comunque che sottoscrivo le tue parole: dal testo ricavo "spunti di vita, possibilità di senso, squarci di luce". Buona Pasqua a te, Gian Maria e Rosario. Un abbraccio affettuoso.
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