V. Kandinskij: Composizione VI,1913 (Ermitage, San Pietroburgo) |
“(…) Il primo criterio fondamentale è fidarsi delle emozioni. Le emozioni vengono dal corpo e il corpo non mente! Le emozioni hanno bisogno di esprimersi, di farsi strada, di chiarirsi… Spesso sono come bloccate, raggrumate, in confluenza con il mondo interiore. Secondo il vertice teorico della Psicologia della Gestalt, esse ‘camminano’ nella curva di Contatto. E’ fondamentale dare loro la parola e chiedersi: “Dove mi porta quest’emozione?”
E’ altresì importante non lasciare l’emozione “sola”. Bisogna senz’altro chiedersi “Cosa sento”? – attivando quella che la Psicologia della Gestalt chiama funzione Es del Sé – ma bisogna altresì domandarsi: “Chi sono io che sento quest’emozione?” L’emozione infatti può travolgerci se è decontestualizzata rispetto alla ‘storicità’ del nostro essere, rispetto alla Funzione Personalità del Sé.
Ogni emozione, inoltre, è relazionale: è percepita da un Io che ha sempre un Tu di riferimento. Le emozioni sono sempre utili e benefiche. Ci servono, ci interpellano perché è il nostro corpo che parla! Dobbiamo dunque ‘sistemare’ le emozioni nella nostra storia, alloggiarle nella nostra vita. L’emozione non è affatto un’estranea che ci disturba. E’ l’orizzonte di riferimento, la nostra curvatura esistenziale.
Se una persona vive un’emozione, il Counsellor deve aiutarla a darle un nome, a farla dialogare con la Funzione Personalità. L’emozione dunque va compresa, integrata e ‘direzionata’. Magari l’emozione è maldestra, confusa… va aiutata ad emergere a chiarirsi.
Gli esseri umani sono finalizzati al contatto, alla relazione. La competenza al contatto sarà sempre più efficace e feconda nella misura in cui si ha la capacità di ‘leggere’ le proprie emozioni. L’emozione, infatti, cerca sempre il contatto.
A volte l’emozione è inespressa, o perché è molto confusa, o perché non si è ancora trovata la persona giusta a cui consegnarla. Spesso è questione di tempo e di persona ‘giusta’: se si dà ‘cura’ e attenzione adeguata, la persona riuscirà a far fluire l’emozione e a riprendere la danza della vita.
Tuttavia, non bisogna mai forzare troppo l’espressione di un’emozione. Infatti, può succedere che a volte un’emozione sia così sconvolgente che è meglio lasciarla nell’oscurità, nel pozzo buio e profondo in cui si è nascosta. Se la persona non si sente di mostrarla, di farla riemergere, vuol dire che è meglio così. (…).”
Lezione della prof.ssa Agata Pisana, nell’ambito del Master in Counselling Socio-Educativo,
Istituto di Neuroscienze e Gestalt “Nino Trapani”, Siracusa
(La professoressa Pisana è Counsellor formatore supervisore ad indirizzo gestaltico,
Presidente Consultorio Fam. Ragusa - Vice Presidente Confed. Italiana Consultori Familiari)
Le emozioni provocano varie sensazioni, spesso sono soggettive.
RispondiEliminaSaluti a presto.
@Cavaliere: buona domenica!
Eliminabuona giornata Maria, amica mia!io mi vaccino il 25 marzo!
RispondiElimina@Simonetta: buona domenica cara Simonetta! E buon appuntamento col vaccino. Un abbraccio.
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