martedì 27 luglio 2021

Luglio 1978

    "Col senno di poi, credo che il dialogo con Elena seduta sul marciapiede deve avere avuto diverse battute di sostanza, ma non le ricordo. Qualcosa tipo: - Come stai? Stai studiando? Quando sono gli esami? Ti senti pronto?
     Tutte domande sue, perché io sono ben certo di non aver detto quasi nulla. Sono le domande standard di ogni genitore arrivato al tempo in cui il figlio gli scappa di mano, e vorrebbe trattenerlo, e lo sa che non deve, ma qualcosa gli impedisce di lasciarlo andare del tutto. Ogni padre o madre sa che è sbagliato, che non bisogna contrastare l’ordine del tempo che passa, ma ugualmente non resiste alla tentazione di chiedere una spanna dell’affetto che gli spettava fino a pochi anni prima. Affetto che era abbondante e incontestabile, pareva eterno. (…)
     Quando è toccato a me, di essere padre e vedermi sgusciare via un figlio, ho cercato di fare il disinvolto. Una volta, lasciandolo a scuola e vedendolo ritrarsi al mio tentativo di bacio di fronte ai compagni, gli ho detto: - I tuoi amici cosa credono, che a scuola ti accompagni uno dei servizi sociali?
   Questo sarcasmo mi ha fatto guadagnare qualche mese di affetto esplicito. L’assurdo di baciare sempre chiunque, tranne i propri genitori, deve essere balenato ad Arturo in tutto il suo paradosso. Da allora il bacio di commiato l’ho sempre ottenuto senza difficoltà. Solo quello, però. Per il resto è come se fossimo rimasti su due lastre di ghiaccio della calotta artica separate da un innalzamento della temperatura, trascinate dalla corrente in direzioni diverse."

Roberto Alajmo, L’estate del ’78 (Sellerio, Palermo, 2018, €15), pag.37,38

(Domenica prossima la recensione…)

6 commenti:

  1. Nella sostanza l'affetto tra figlio e genitori resta sembra. Cambia solo l'aspetto. Da esplicito diventa implicito.

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    1. @Gus: l'affetto si trasforma, hai ragione. Rimane la sostanza...

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  2. Ho fatto la maturità nel '78. Ma non lo ero. Non lo sono neanche adesso.
    Il papà lo bacio ancora. La mamma di più. Non lesinavamo mai i contatti fisici a casa. Chissà quanto mi sarei baciato un figlio. Anche davanti a scuola.

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