giovedì 14 aprile 2022

Sono forse il custode di mio fratello?

Caravaggio: Vocazione di san Matteo
      «Quando Dio chiese a Caino dove fosse Abele, Caino rispose irato con un'altra domanda:  - Sono forse io il custode di mio fratello? - Il massimo filosofo morale del nostro tempo, Emmanuel Lévinas, commenta: quella rabbiosa domanda di Caino è all'origine di ogni immoralità. Naturalmente io sono il custode di mio fratello, sono e rimango un essere morale fintanto che non pretendo una ragione particolare per esserlo. 
    Che lo ammetta o no, io sono il custode di mio fratello in quanto il benessere di mio fratello dipende da quello che faccio o mi astengo dal fare. E sono un essere morale perché riconosco quella dipendenza e accetto la responsabilità che ne consegue. Nel momento in cui metto in dubbio quella dipendenza e chiedo come Caino che mi si dica per quale ragione dovrei curarmene, abdico alla mia responsabilità e non sono più un soggetto morale. La dipendenza di mio fratello è quello che mi rende un essere etico; dipendenza ed etica si reggono insieme e insieme vanno a picco. 
     A pensarci bene, il netto giudizio di Lévinas non è nuovo, in quanto ribadisce semplicemente in termini piuttosto originali quello che fu, per millenni, il nucleo degli insegnamenti giudaico-cristiani, riprendendo ed estendendo la nostra comune concezione dell'umanità e dell'essere civilizzato. Con le sue parole Lévinas fa del bisogno dell'altro, e della responsabilità di soddisfare tale bisogno, la pietra angolare della moralità, e dell'accettazione di tale responsabilità l'atto di nascita dell'individuo morale». 

Zygmunt Bauman, La società individualizzata, Il Mulino, Bologna, 2002

3 commenti:

  1. Dovremmo essere custodi l'un l'altro, e rifiutare ogni idiozia, ogni odio, ogni ordine di guerra. Ma non accade. Che sia una Pasqua speciale, in questo senso.

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  2. Essere cudtodi ciascuno del prossimo è e sarebbe la soluzione migliore per una vita serena per tutti soprattutto se poi combinassimo questo concetto con quello che dice di trattare il prossimo come te stesso e quindi fi non fargli nulla che non faresti a te. Due semplici formule che poi si traducono nell'amare, rispettare il prossimo nonché avete ben presente il concetto di dignità umana. Buona Pasqua Maria.

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  3. @Franco e Daniele: condivido parola per parola dei vostri illuminati commenti. Buona Pasqua, seppure in ritardo: ma gli auguri non scadono mai...

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