martedì 22 novembre 2022

La religione distruttiva, secondo Erich Fromm

     "Celata dietro la facciata di agnosticismo o cristianesimo, sta una religione in tutto e per tutto pagana, benché gli individui non ne siano affatto consci. Non è facile fornire una descrizione di questa religione pagana, dal momento che si può dedurla soltanto da ciò che gli individui fanno o non fanno, non già dalle loro idee consapevoli sulla religione o sui dogmi di un’organizzazione religiosa.

       La cosa che più salta a prima vista agli occhi è che l’uomo ha fatto di se stesso un dio avendo acquisito la capacità tecnica di una “creazione seconda” del mondo, sostitutiva della prima creazione a opera del dio della religione tradizionale. O, per dirla altrimenti: abbiamo fatto della macchina un dio e ci siamo resi simili a dio servendo la macchina. 

     Ma poco importa la formulazione che scegliamo: ciò che conta è che gli esseri umani, nella condizione della loro massima impotenza effettiva, si immaginano onnipotenti col sostegno della scienza e della tecnica.

     Più siamo prigionieri del nostro isolismo, più siamo incapaci di risposte emozionali al mondo circostante, e in pari tempo quanto più inevitabile sembra essere una catastrofe finale, tanto più perfida diviene la nuova religione: noi cessiamo di essere i padroni della tecnica per diventarne invece gli schiavi, e a sua volta la tecnica, che un tempo era un fondamentale elemento creativo, rivela l’altra sua faccia, quella di dea della distruzione (come la Kalì degli indiani), alla quale uomini e donne sono pronti a sacrificare se stessi e i loro figli. Mentre a livello conscio continua ad aggrapparsi alla speranza di un futuro migliore, l’umanità cibernetica rimuove l’evidenza del fatto che è divenuta l’adoratrice della dea della distruzione. 

     E’ una tesi, questa, che ha dalla sua molte prove, le più convincenti delle quali sono tuttavia due; la prima è che le grandi potenze (e anche alcune minori) continuano a costruire armamenti nucleari di sempre maggiore capacità distruttiva, senza riuscire ad approdare all’unica soluzione sensata, vale a dire alla distruzione di tutti gli strumenti bellici del genere e delle centrali atomiche che forniscono il materiale per le testate nucleari, e la seconda è che praticamente nulla vien fatto per porre rimedio ai pericoli della catastrofe ecologica. In una parola, nessuna misura concreta viene intrapresa ai fini della sopravvivenza della specie umana.

Erich Fromm: Avere o essere?


3 commenti:

  1. La distinzione di Fromm sulle due differenti modalità esistenziali di Avere o Essere? si fa più netta quando il sociologo individua nel consumismo la principale forma dell’avere, introducendo una formula inquietante:

    “io sono = ciò che ho e ciò che consumo”.

    Fromm parla di scelte dell'uomo, io penso che Il potere omologante impedisca di scegliere attraverso i messaggi dei media, cercando di emarginare chi propone modelli di vita svincolati dalla logica del capitalismo cinico.

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  2. @Valeria: a mio parere il problema, cara Valeria, non è tanto la mancata adesione alla religione tradizionale, quanto l'acritico consenso a comportamenti basati sul consumismo, sulla voglia di potere a di successo anche calpestando gli altri, sul mancato rispetto della natura e di tutte le creature... grazie di cuore della visita e del commento. Buona giornata.

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