“Io, Giovanni, accolgo te, Irene, come mia sposa. Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”
Lo Sposo non ha visto l’abito bianco e la Sposa non ha visto l’abito da cerimonia dello Sposo.
Il talamo nuziale è stato preparato da due ragazze e poi, in camera da letto, non è entrato più nessuno. Il giorno delle Nozze, la Sposa aveva addosso una cosa blu, una cosa vecchia e una cosa nuova, una cosa prestata e una regalata.
Mamma benedice gli Sposi. E incrocia le dita.
(Ai suoi tempi, Nostra Signora queste regole
non le ha osservate: perché non le conosceva tutte; perché sua suocera era un po’
pazzerella e l’unico gioiello che le ha regalato è stato un vecchio bracciale; perché lei era troppo razionale e illuminista. Ora si chiede: è forse per questo che non le
è andata benissimo?!)
Nostra Signora non deve porsi domande alle quali sa che non avrà mai risposta. Nostra Signora sa che se qualcosa non è andata benissimo, forse è andata solo bene o forse è andata male, ovvero poteva andare anche peggio. Nostra Signora dovrebbe valutare le cose nella loro realtà quotidiana, trascurando i "se" e i "forse" che sono nuvolette inutili, che possono solo amaricare la vita.
RispondiEliminaCiao.
Cara Mamma della Sposa, io la vedrei così: senza il primo, celebrato con rito semplice ma evidentemente carico di buona fede, non ci sarebbe stato il secondo, che peraltro ne ha colmato (più che a sufficienza, direi) le "lacune scaramantiche", chiudendo l'anello alla perfezione. Pace fatta, non resta che augurare un mondo di bene alla novella coppia, e una rinnovata serenità a Nostra Signora. Ossequi.
RispondiElimina@gattonero: "sposo" la tua visione saggia e disincantata della vita. Grazie. Ciao.
RispondiElimina@DOC: la vedi bene, caro DOC. Grazie per gli auguri alla novella coppia e a Nostra Signora. Un abbraccio.