Lei è una donna
dagli occhi a mandorla: torniamo insieme dal Foro italico, la villa col prato
all’inglese di fronte al mare: io ci vado a leggere un libro, lei a vendere la
sua merce. Abbiamo la stessa meta: la fermata dell’autobus, vicino la Stazione
centrale.
Io, al braccio destro, ho la borsa e un giornale. Lei, sotto il
sinistro, ha un sacco pieno di palloni, al destro una borsa con degli aquiloni.
Rifletto un istante sulle nostre vite così diverse: la mia, che scorre sui
binari di un lavoro garantito, e la sua, in balìa della precarietà di
occasionali acquirenti.
Eppure i lineamenti del suo volto non dicono ansia in
eccesso, ma una compostezza serena. Sarà la tranquillità imperturbabile degli
orientali oppure la piccola donna è riuscita a librare nel cielo, assieme a
quegli aquiloni, anche la nera zavorra che ci impedisce di vivere in modo lieve
e leggero?
Maria D’Asaro , “Centonove”, 27.07.2012
Raramente ci si sofferma sulle persone che ci camminano accanto, piacevole spunto di riflessione le tue considerazioni ,
RispondiEliminagrazie Mari
Elisabetta
Mi piace credere alla seconda ipotesi; la prima ha un senso di DNA della razza, quindi senza merito, la seconda mi dà l'impressione di un qualcosa di conquistato, di assolutamente personale, assimilato, ne sono certo, attraverso sacrifici e dolori.
RispondiEliminaCiao, Marì, speriamo che i roghi cessino presto e che il caldo ritorni ad essere quello estivo, non quello delle fiamme.