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too late..by Peterio
©2009-2014 Peterio
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L’ho incontrato di nuovo sull’autobus, domenica scorsa Con la maglietta a righe, i calzoni corti, i calzini grigi e desueti mocassini marroni. Ogni volta è il solito minestrone di sensazioni: disgusto, paura, pietà. Dalle occhiate oblique che riesco a intercettare, credo che anche lui mi riconosca. Lui è il padre di una mia alunna. Che, all’improvviso, un giorno sparì. Una telefonata ne spiegò poi il motivo: la ragazzina era stata trasferita in un luogo segreto per essere protetta dagli abusi sessuali del padre. Che, dopo l’allontanamento della figlia, un giorno si presentò nel mio studiolo di psicopedagogista scolastica per chiedermi, piangendo, di dirgli dove fosse la sua bambina … Oggi continuo a chiedermelo, dove sia e come stia la ragazza. E mi chiedo se gli incontri terapeutici che l’Asl aveva previsto per il padre siano serviti a qualcosa. Scendo dall’autobus col mio bagaglio di inquieto disagio. Troppe domande, nessuna risposta.
Maria D’Asaro (“Centonove” n. 33 del 5.9.2014)
Mamma mia, che vicenda triste :-(
RispondiElimina.....nessuna risposta,Maruzza,a volte bisogna chiudere gli occhi e accettare che non possiamo fare nulla dinanzi a situazioni come questa e magistralmente raccontata da te.Un abbraccio
RispondiElimina@Silvia: mi spiace avere comunicato tristezza. Ma è una situazione che ho vissuto. Raccontarla è alleggerirne il peso. Buona settimana.
RispondiElimina@mdfex: quante storie condivise insieme ... Questa e tante altre ancora, per fortuna a volte meno tristi. Ricambio con tanto affetto l'abbraccio.
Buongiorno, prima volta qui: hai un bel modo di scrivere, semplice e efficace. Leggerti più che tristezza mi ha dato disagio perché situazioni così danno una sensazione di impotenza, non riesco a dirlo diversamente.
RispondiElimina@ENZO: grazie davvero della visita e dell'apprezzamento. Alla prossima. Buon mese di Settembre.
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