mercoledì 16 dicembre 2015

Una sedia vuota per Raif

Raif Badawi
         Raif Badawi è il vincitore del Premio Sakharov  per la libertà di pensiero. Ma oggi non ha potuto ritirare il premio al Parlamento europeo: il blogger e attivista per i diritti umani si trova in prigione in Arabia Saudita. E' stata sua moglie Ensaf Haidar - che vive in esilio in Canada con i loro figli - a ritirare per lui il riconoscimento durante la cerimonia a Strasburgo. 
Badawi è un blogger, sostenitore della libertà di pensiero e di espressione. E' stato condannato a dieci anni di carcere, 1.000 frustate e una multa per aver ospitato dei messaggi, considerati blasfemi dalle autorità saudite, sul suo sito web, sito che promuove il dibattito sociale, politico e religioso.

       La prima serie di frustate pubbliche subite da Raif nel gennaio 2015 ha provocato grandi proteste a livello internazionale e ha anche suscitato preoccupazione per la sua salute, preoccupazione che finora ha impedito ulteriori pene fisiche. Ma Badawi rimane ancora in carcere (da qui)

(Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero è un riconoscimento dedicato allo scienziato e dissidente sovietico Andrej Sacharov, istituito dal Parlamento europeo nel 1988 allo scopo di premiare personalità od organizzazioni che abbiano dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali. Viene consegnato ogni anno in una data prossima al 10 dicembre, in ricordo del giorno in cui venne firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Fonte: Wikipedia)

4 commenti:

  1. Terribile... la storia si ripete quando il potere si sente minacciato, a tutte le latitudini nel bene e nel male l'uomo è capace delle stesse cose. Ammiro queste persone che hanno il coraggio di soffrire per il bene di tutti. Baci

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  2. L'Arabia Saudita è un paese con un governo terrificante, ma nessuno dice niente perché sono alleati troppo ricchi e utili per contraddirli.

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  3. @Aliza: hai ragione. Alcuni, a mio avviso, sono santi laici ... Buona domenica. Un abbraccio.

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  4. @Silvia Pareschi: per una manciata, o meglio abbondanti "barilate" di petrolio, svendiamo principi e dignità umana. Facciamo pena davvero. Preferirei andare in bicicletta piuttosto che avere a che fare con certi stati oscurantisti.

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