venerdì 2 settembre 2016

Il villaggio dei balocchi

     Se si è ospiti di un villaggio turistico, si ha il dovere di divertirsi: la parola, derivante dal latino “diverto” che significava allontanarsi, separarsi, oggi indica il “congedo” da occupazioni e trantran quotidiani. Ma il divertimento proposto dagli animatori del villaggio è a senso unico: balletti a tutte le ore, gioco-aperitivo, ridicoli giochi da spiaggia che, scimmiottando le Olimpiadi, sono battezzati “agostiadi”; senza far mancare il tormentone della colonna sonora, nei giorni feriali sino all’1 di notte, nei festivi sino alle 2 e oltre. Ci si chiede se si esca ritemprati da vacanze così chiassose e prive di stimoli se non demenziali. Una proposta allora per i formatori degli animatori turistici: inserire giochi che sollecitino la mente, oltre che i muscoli delle gambe. E ritmi sonori che rispettino chi, a mezzanotte, vorrebbe dormire perché l’indomani vuole “divertirsi” contemplando la natura, fare in silenzio una passeggiata, e magari leggere un libro.
                                                                         Maria D’Asaro: “Centonove” n.32 dell’1.9.2016

4 commenti:

  1. Controproporrei la vacanza ideale descritta da Fruttero e Lucentini. Aspettare che tutti siano partiti per le Maldive ( lo scrivevano negli anni '80) e poi...una panchina sotto le mura di Grosseto,una gelateria deserta di Vercelli, i giardini pubblici di Voghera, la statua di Carlo Alberto vestito da guerriero romano a Casale.
    Mi sto convincendo che,al di là della provocazione, non è male.Andrò presto a Grosseto...

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    1. @Costantino: buona sortita a Grosseto, dunque! Grazie della presenza costante e cordiale. Un caro saluto.

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  2. Eh sì, anche il “divertimento” può essere molto noioso, almeno per chi ha maturato un senso più raffinato della vacanza (non come tempo vuoto, ma tempo piacevolmente libero dalle occupazioni e dalle urgenze quotidiane che ci distraggono spesso dall’essenziale).

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