Berlino, 2019 - marida@solcare |
“Ricordo una frase di Eliot, scrivere è fuggire dall’emozione; ma aggiungeva che solo chi ha attraversato l’emozione può metterla a distanza. C’è, tra emozione e verità narrativa, un rapporto essenziale, però è un rapporto complesso, problematico, difficile da individuare. (…)
Una delle interpretazioni più fuorvianti è di pensare che, quando noi comunichiamo con immediatezza una emozione, siamo nella verità. Siamo invece nella sincerità, che è una cosa diversa. Siamo sinceri, ma possiamo esprimerci con un linguaggio che non è il nostro, che è ricalcato sui modelli. L’importante non è di essere sinceri con parole altrui, ma di interessare gli altri con parole proprie.
Più si legge meno si imita (…) È bene apprendere più linguaggi per trovare il proprio. (…) Quando noi riusciamo a dire con precisione quello che sentiamo, ossia quando siamo veri nel linguaggio, è il momento che suscitiamo negli altri il massimo interesse. (…) In generale, più che credere alla ispirazione, bisogna badare agli effetti che essa produce. Sono questi che contano. (…)
In ogni caso, penso che uno scrittore sia sempre rivolto al futuro del testo più che al passato della memoria. Penso che Proust fosse orientato verso il futuro del suo percorso, tendesse a creare un universo espressivo in cui abitare. Attingeva al passato, però lo trasformava. Psicologicamente il suo interesse era per la metamorfosi, non per la memoria, era per la recherche, non per le temps passé.(…)
Spesso ci si inganna attribuendo all’intensità dell’emozione significati potenziali dal punto di vista artistico. Forse è più proficuo l’atteggiamento di molti narratori, che vivono le esperienze già immaginandone le metamorfosi in linguaggio. Un caso di sdoppiamento, a volte schizofrenico, che è alla radice di tante interpretazioni del rapporto tra vita e arte.(…)
Non credo però all’opposizione o vivere o scrivere. Scrivere è un modo, a volte straordinariamente intenso, di vivere. E vivere può essere anche un modo, indiretto e preparatorio, dello scrivere."
Giuseppe Pontiggia Per scrivere bene imparate a nuotare (Mondadori, Milano, 2020), pagg.21-25
Scrivere è imprescindibile dal vivere ma anche dal saper assorbire sentimenti e vite altrui.
RispondiElimina@Daniele: proprio così... Buona giornata.
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