lunedì 14 febbraio 2022

Ogni anno 10 miliardi buttati nell'immondizia

     Palermo – Per nonni e bisnonni, vissuti in tempi di maggiore povertà, gettare anche solo un pezzetto di pane era un gesto intollerabile, quasi blasfemo.
   Oggi non è più così. Tanto che, su proposta di Andrea Segrè, professore di Politica agraria internazionale e comparata all'Università di Bologna,  otto anni fa, il 5 febbraio 2014, è stata istituita la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare per iniziativa congiunta del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, del Ministero dell’Ambiente e della campagna Spreco Zero dell’associazione “Last Minute Market”, impegnata nel recupero delle eccedenze alimentari e nel sensibilizzare cittadini e istituzioni verso il problema.
   Anche quest’anno il 5 febbraio, nona Giornata nazionale contro lo spreco, si è fatto il punto sulla situazione, per individuare insieme strategie finalizzate a diminuire il cibo in discarica. I dati forniti dall’Osservatorio 'Waste Watcher International' dicono che oggi in Italia si spreca un po’ meno: nel 2021 sono state gettate 222.000 tonnellate di cibo in meno rispetto all’anno precedente.  Gli sprechi ammontano però ancora a 3.624.973 tonnellate, 1.661.000 delle quali costituite da alimenti casalinghi.
   Sprecare cibo equivale, a livello nazionale, alla perdita di circa 6 miliardi e 403 milioni di euro; costo che arriva a 10 miliardi circa se si sommano ai costi di produzione quelli dovuti alla commercializzazione e alla distribuzione del bene prodotto. Nella grande distribuzione, molti alimenti vengono gettati perché invendibili a causa di una scadenza troppo ravvicinata; la recente indagine dell’Osservatorio Waste Watcher, svolta sui singoli cittadini, evidenzia che è sempre la frutta fresca al top della classifica degli sprechi (27%), seguita da cipolle, aglio e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e insalata (15%).
    Ma qual è la prima conseguenza dello spreco alimentare, secondo i consumatori italiani? Lo spreco di denaro, vissuto come aspetto più grave da oltre 8 italiani su 10 (83%). La gestione oculata del cibo va quindi di pari passo con quella del bilancio familiare, ma si riflette anche sull’effetto diseducativo per i giovani (83%), sull’immoralità intrinseca dello spreco alimentare (80%) e delle risorse (78%) e sull’inquinamento ambientale (76%).
   A questo proposito, il professore Giuseppe Mancini, Docente di Ingegneria Chimica all’Università di Catania, sottolinea che «Per produrre il cibo che poi viene gettato abbiamo utilizzato energia, acqua, terreni agricoli. Possiamo calcolare che l’1% delle emissioni nazionali di anidride carbonica venga causato ‘inutilmente’ dalla produzione di alimenti che finiranno in discarica».
    Anche se le dimensioni dello spreco alimentare sono ancora pesanti sotto ogni aspetto, gli italiani si posizionano meglio di altri popoli: secondo un’indagine effettuata nel 2021 tra Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Canada, Russia, Germania, Spagna e Italia, il nostro Paese è quello dove il cibo si spreca di meno. E l’85% degli italiani desidera che il cibo, ritirato per vari motivi dalla vendita nei supermercati e nelle aziende, sia donato per obbligo di legge ad associazioni assistenziali che si occupano di assistenza ai poveri.
    In Sicilia si gettano ancora ogni anno circa 400.000 tonnellate di cibo, ben il 30% dei prodotti che finiscono in pattumiera. Per fortuna, come nel resto d’Italia, nell’isola esiste l’associazione no-profit del Banco alimentare, che distribuisce generi alimentari a persone bisognose mediante il recupero, la raccolta e la redistribuzione delle eccedenze e dello scarto generati lungo tutta la filiera alimentare.
   Ecco cosa ha detto il 5 febbraio scorso, al TG regionale siciliano, Pietro Maugeri, Presidente del Banco Alimentare siciliano: «Ci occupiamo spesso di recuperare prodotti invendibili solo perché hanno una scadenza ravvicinata. Ma si tratta di cibo buono, che viene consumato immediatamente da chi ha fame ed è bisognoso».
    Salvo Pappalardo, membro della Caritas di Catania, ha aggiunto: «Con la pandemia è aumentata la povertà. I numeri dei poveri sono davvero alti: noi prepariamo 700 pasti al giorno. Il cibo che recuperiamo non scade mai: viene cucinato e consumato immediatamente».
Inoltre, la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare ha lo scopo di mantenere il problema al centro dell’attenzione: «Studiare l’evoluzione dei comportamenti dei cittadini in rapporto agli sprechi – sottolinea il professore Andrea Segrè – permette di tracciare un monitoraggio sugli stili di vita e di alimentazione, evidenziando le implicazioni in tema di salute dei cittadini e dell’ambiente, insieme agli effetti della pandemia sui comportamenti di consumo e sugli sprechi. L’analisi dei dati è quindi essenziale in chiave di sensibilizzazione per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi».
    La Giornata del 5 febbraio si focalizza anche sul decennio che porterà al conseguimento degli Obiettivi di Sostenibilità dell’Agenda ONU 2030. L’Italia vuole fare la sua parte, in vista del prossimo 29 settembre, quando la FAO (Agenzia delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e l’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, celebreranno la 3° Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari. L’auspicio è quello di azzerare il cibo in discarica, scandalo insopportabile per l’ambiente, l’etica e l’economia.

Maria D'Asaro, 13.2.22, il Punto Quotidiano

8 commenti:

  1. Quello che si spreca in cibo è davvero assurdo. Sfameremo il pianeta. Ma non fa per noi umani. Dopo il covid, prepariamo la guerra mondiale, infatti. Che Specie di idioti.

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    1. @Franco: Sottoscrivo parola per parola... P.s. Ho iniziato "Ninfee nere".

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  2. Lo spreco alimentare è vergognoso.

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  3. Ci sono giornate di questo e di quello, non servono a molto se non si educano le persone, soprattutto i giovani. Spero che non sia necessario arrivare a sopportare la fame per capire cosa significa buttare il cibo nella spazzatura...

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    1. @Mr.Loto: grazie del commento, che mi trova sostanzialmente d'accordo. Le giornata dedicate possono essere utili ad accendere i riflettori su un problema, ma non a risolverlo, se manca la formazione e la progettualità. Buona giornata.

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    1. @Cavaliere: grazie della visita e del commento. A presto.

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