Giovedì 8 febbraio 2024, dalle ore 18.30 alle 20, alla Casa dell’Equità e della Bellezza, a Palermo in via Garzilli 43/a, la scrivente proporrà un momento di meditazione condivisa a partire dalla sua lettera ad Alex Langer pubblicata nel testo “Una sedia nell’aldilà” (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)
Si rifletterà insieme, in particolare, su "Il peso (e la necessità) di essere, ieri come oggi, Hoffnungsträger, portatori di speranze".
E' possibile essere oggi portatori di speranza senza una ontologia certa, in mezzo a guerre, violenze inaudite, baratro ecologico, evanescenza dell’etica e dei legami umani?
Si propone intanto lo stralcio di un articolo di Alex Langer, dedicato a Petra Kelly:
Petra Kelly |
“A Petra Kelly più che a chiunque altro spettava anche individualmente l’appellativo col quale i «Grünen» nel loro insieme spesso erano stati caratterizzati: «Hoffnungsträger», portatori di speranze collettive. La giovane e minuta ex funzionaria socialdemocratica della Comunità europea (…) con foga quasi religiosa e con enfasi profetica aveva proclamato alcune verità semplici, ma difficili da tradursi in politica: che la pace si fa togliendo di mezzo le armi e gli apparati militari, che i diritti umani e di tutti gli esseri viventi non possono sottostare ad alcuna ragione di stato ed hanno carattere assoluto, che l’umanità deve optare se accelerare la corsa al suicidio (ed eco-cidio) o se preferisce un profondo cambiamento di rotta, magari doloroso per qualche rinuncia nel breve periodo, ma anticipatore di una nuova e più ricca qualità della vita. (…)
Forse è troppo arduo essere individualmente degli «Hoffnungsträger», dei portatori di speranze: troppe le attese che ci si sente addosso, troppe le inadempienze e le delusioni che inevitabilmente si accumulano, troppe le invidie e le gelosie di cui si diventa oggetto, troppo grande il carico di amore per l’umanità e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono, troppa la distanza tra ciò che si proclama e ciò che si riesce a compiere. (…)
Alex Langer (da “Il Manifesto”, 21/10/1992)
*È possibile essere oggi portatori di speranza senza una ontologia certa, in mezzo a guerre, violenze inaudite, baratro ecologico, evanescenza dell’etica e dei legami umani?*
RispondiEliminaBisogna provarci.
@Gus: hai ragione, ma non è facile...
EliminaPenso che un grosso problema sia che tanti si vedano o siano visti come tali senza esserlo affatto...
RispondiEliminaBuona serata.
@Mondo in Frantumi: grazie della visita e del commento
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