Palermo – È quasi tutto al femminile 10 minuti, uscito nelle sale il 25 gennaio scorso. Infatti, sono donne la regista Maria Sole Tognazzi, la co-sceneggiatrice Francesca Archibugi, le protagoniste principali: Bianca con la sorella minore Jasmine (impersonate rispettivamente da Barbara Ronchi e Fotinì Peluso), e la dottoressa Braibanti (interpretata da Margherita Buy). Donna anche la scrittrice da cui è tratta la storia: Chiara Gamberale, autrice nel 2013 del quasi omonimo romanzo di successo Per 10 minuti.
Innanzitutto, qualche curiosità sulle differenze tra il libro e il film: In un articolo di Elsa Ungari, nel giornale on line Io donna, si legge: “Io e Francesca Archibugi abbiamo lavorato benissimo insieme – ha dichiarato la regista Maria Sole Tognazzi - Siamo rimaste fedeli al testo mantenendo l’idea centrale, ma poi ci siamo divertite ad inventare nuovi personaggi”.
Infatti, nel romanzo di Chiara Gamberale non esiste il personaggio della sorella della protagonista, personaggio che le due co-sceneggiatrici hanno deciso di inserire a partire da un episodio successo realmente in casa Tognazzi. A questo proposito, scrive ancora Elsa Ungari: “Come ha raccontato la regista alla Archibugi, da piccola Maria Sole non sapeva di avere un fratello: scoprì la sua esistenza quando era già grandina e papà Ugo tornò in Italia con un bambino biondissimo che veniva dalla Norvegia. E dopo qualche giorno, rivelò ai figli che si trattava del loro fratellino, Thomas, avuto dall’attrice Margarete Robsahm”.
Ecco cosa racconta il film: lasciata dal marito (l’attore Alessandro Tedeschi) dopo 18 anni di matrimonio, e nel frattempo licenziata, Bianca cade in una disperata crisi depressiva. Viene allora presa in cura da una psichiatra che lavora in una struttura pubblica, la dottoressa Brabanti, che, con un approccio terapeutico brusco ma efficace, tra le altre cure, prescrive alla paziente di fare ogni settimana qualcosa di completamente nuovo.
Inizialmente perplessa e abbattuta, Bianca viene ‘presa per mano’ da Jasmine, decisa e combattiva sorella minore e segue il consiglio della psichiatra/psicoterapeuta. Rivede così i suoi atteggiamenti, uscendo dal suo egocentrismo e conquistando un approccio più adeguato alla vita, approccio che le permette di guardare se stessa e gli altri con occhi diversi, più partecipi e attenti.
Qualcuno potrebbe obiettare: tutto qui? Si, tutto qui. Si tratta, infatti, di una pellicola senza grandi pretese, a metà tra dramma e commedia: un film che, a parere della scrivente, nonostante qualche incertezza e incoerenza alla fine (quando la dottoressa Braibanti si trasforma quasi da terapeuta ad amica) racconta la rinascita di Bianca con garbo, riuscendo, in alcuni momenti, a commuovere, divertire e far riflettere.
Infatti, 10 minuti ci invita a guardare gli altri in modo più articolato e complesso: utilizzando la metafora del ‘pelare la cipolla’, uno dei fondatori della terapia della Gestalt, Fritz Perls, affermava che, se vogliamo davvero conoscere noi stessi e gli altri, dobbiamo osare l’ingresso in territori sconosciuti, senza avere paura di guardarci dentro e di prendere consapevolezza dei nostri sentimenti e delle nostre reazioni emotive. Solo così si può davvero andare avanti e trovare un equilibrio esistenziale…
Allora, a chi interessa, buona visione di 10 minuti, che lascia alla fine un ‘retrogusto’ gradevole. E riserva ai palermitani come la sottoscritta una sorpresina finale…
Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 25.2.2024
Era in lista per il cinema, ma ormai dovrò aspettarlo in streaming..
RispondiElimina@Franco: al solito, aspetto il tuo parere per il nostro confronto a distanza! Buona domenica.
RispondiEliminaSono curioso di guardarlo.
RispondiElimina@Cavaliere: è un film gradevole, a mio avviso.
Elimina