“Esiste anche un tipo di abuelita, grande madre, caratterizzata non soltanto dalla sua spiccata perspicacia, ma dal suo amore profondo. Nel mito, come la curandera, la guaritrice, che vive in luoghi appartati, è una grande madre amata e dotata di talento che ha composto il pane dell’amore. Questo pane, tutte le volte che lo offre, ha il magico potere di far diventare buono chi lo ingerisce.
Ha sviluppato la capacità di imporre le mani in modo da cambiare le persone che tocca con il suo amore. E dal loro corpo, ansia, dolore, invidia, odio e paure svaniscono.
La versione umana dell’abuelita, la piccola grande madre, riunisce caratteristiche e attributi che spesso, anche alla sua famiglia, paiono magiche. Forse è la sua conoscenza delle hierbas, le piante che aiutano a guarire il corpo e lo spirito. Forse è la sua capacità di introspezione; lei sa distinguere una menzogna dalla verità a mille miglia di distanza; capisce quali azioni porteranno memorie degne di menzione. (…)
In tutte le abuelitas, come per la vecchia Demetra che guarisce un bambino malato con un bacio, lo spirito fuoriesce attraverso una perdita, e poi ritorna sottoforma di amore, e ancora amore. Sì. Per le abuelitas, le piccole grandi madri, la vita spesso scaturisce ad arte da una cicatrice. Le abuelitas sono a prova di tempo. Sono quelle che non soltanto sono sopravvissute, ma che si adoperano per donare serenità.
Uno dei grandi aspetti ricorrenti della piccola grande madre nei miti e nelle storie è la sua predilezione per i giovani, «che ancora non hanno conosciuto appieno la vita», siano essi bambini, oggetti d’artigianato, cuccioli, micini, i semplici, gli oppressi o gli adulti. A prescindere dai colpi che hanno vissuto, dai colpi ricevuti al cuore della loro corteccia, le grandi madri considerano sempre l’amore profondo come il migliore guaritore e il punto di arrivo più alto, il maggiore fattore di crescita spirituale.
Le grandi madri buone dei miti e delle favole non dimenticano le ferite e le cause delle ferite, eppure accorrono a proteggere tutto ciò che sia stato offeso. Perché? Perché rappresentano ciò che protegge la «luce dell’amore». Sono convinte che una piccola vela, la piccola candela splendente dell’amore del loro cuore, possa illuminare il mondo in affanno in modo significativo. Sono convinte che se spegnessero le luci del loro cuore prima che finisca il loro tempo sulla terra, il mondo piomberebbe nelle tenebre e nella morte per sempre.”
Clarissa Pinkola Estés La danza delle grandi madri Frassinelli pp. 32-35
Qui, la storia di zia Jole, meravigliosa speciale abuelita;
qui la voglia di farcela della scrivente;
qui l’invito alle abuelitas del mondo a unirsi per fermare le tenebre.
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