In passato era il Ministero della Guerra. Poi il Ministero della Difesa. Oggi questo non basta più: serve un Ministero della pace Nessuna guerra è solo di difesa: ogni conflitto estende la “guerra mondiale a pezzi” di cui parla Papa Francesco: ci si ammazza e si distrugge anziché concentrare le risorse sulle vere emergenze dell’umanità, e il rischio di un conflitto irreversibile è sempre più vicino.
È necessario un rinnovamento, un’attività istituzionale specifica che si colleghi ai fondamenti del nostro Patto costituzionale e agisca continuativamente per il mantenimento e la costruzione della pace.
Le conquiste democratiche e civili dei diritti umani non possono essere date per scontate; questo Ministero si deve adoperare per la costruzione delle alternative nonviolente alla difesa armata, per una nuova definizione di sicurezza e per la prevenzione della guerra e dei conflitti con una azione di pace positiva. È tempo di dare nuovi strumenti alla politica, perché abbia la lungimiranza nel prendersi cura della pace ed educare ad essa.
«L’uomo ha sempre organizzato la guerra, è arrivata l’ora di organizzare la pace» diceva don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. (…)
Attorno a quest’idea del Ministero della Pace, lanciata da don Benzi all’esordio del nuovo millennio, è nato un progetto politico condiviso e fatto proprio da un’ampia rete associativa ecclesiale e civile – sostenuta dalla Campagna Ministero della Pace: una scelta di governo – per dare strumenti e un’architettura politica ad una parola, pace, che va messa al centro delle scelte di governo”.
Ministero della Pace, a cura di Laila Simoncelli, Ed. Sempre, Rimini, 2024, pp.13-16
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