venerdì 7 febbraio 2025

Dove va la Scuola italiana? Studio dei contenuti e studio della Bibbia...

    Perché è importante studiare i contenuti? Come interpretare la proposta del  Ministro dell'Istruzione di far studiare la Bibbia a scuola?

Ecco cosa ne pensano rispettivamente Davide Miccione e Augusto Cavadi:

"Io credo nei contenuti non nelle competenze, nelle tecniche, nelle didattiche. Credo in una scuola dei contenuti, cioè della cultura, del pensiero, dell’affinamento del gusto. Credo che la competenza che si origina dal sapere Dante sia conoscere Dante. Credo che la competenza che si origina dal sapere Hegel sia conoscere Hegel. E se non lo sai applicare o non lo usi nella costruzione della tua cultura non è perché dovevi svilupparne le collegate competenze, ma semplicemente perché non lo hai capito, lo hai fatto male, ne hai fatto poco. Pochi contenuti, contenuti poco capiti, contenuti adulterati.
Credo che le nozioni siano importanti perché organizzano un contesto entro cui accogliere le cose che impari e che capisci. Credo che chi abbia negli anni lavorato solo agli aspetti formali e didattici del sapere sia a forte rischio di miseria concettuale e spirituale e persino morale perché per leggere eticamente il mondo devi conoscere il mondo umano e il tecnocrate ne conosce il solo funzionamento (che non è il mondo umano).
Credo che la scuola sia l’unica occasione di formare uomini decenti e che questo fine sia incommensurabilmente superiore e prioritario rispetto al creare cittadini, elettori, lavoratori, consumatori (l’ordine non è casuale ma con valore discendente). Uomini decenti sono uomini che hanno un linguaggio per capire gli altri e farsi capire. Hanno un mondo che è stratificazione del tempo e non un incubo sincronico. Per questo servono i contenuti"...  (continua qui)
Davide Miccione

   "Di certo non c’è ancora nulla, ma sono bastate delle anticipazioni per cenni su alcune proposte del ministro dell’istruzione del merito Valditara per scatenare dibattiti e polemiche. Ad esempio sulla proposta di inserire lo studio della Bibbia nei programmi curriculari obbligatori, dunque anche fuori dalle ore facoltative di “religione cattolica” dove è già previsto (anche se quasi mai attuato). La Destra (in Parlamento e nella società) plaude, la Sinistra (politica e sociale) protesta, il Centro (cattolico e non) nicchia. Ma chi si esprime in questi giorni sa di cosa parla?
    Il presupposto (condiviso dalla quasi totalità degli interventi) è che studiare la Bibbia accrescerebbe il numero dei credenti praticanti delle varie Chiese cristiane (a cominciare dalla cattolica). Ma se fosse così, come si spiegherebbe che per quattro secoli (dal Concilio di Trento del Cinquecento al Concilio Vaticano II del Novecento) la Chiesa cattolica ha vietato lo studio della Bibbia, al punto da inserirla nell’elenco del “libri proibiti” accanto al marchese De Sade e a Marx ?
   La risposta è semplice e se chi mette becco in queste tematiche avesse letto una sola volta la Bibbia la conoscerebbe: la Bibbia è una biblioteca scandalosa. Almeno da due punti di vista.
Come in ogni biblioteca ci sono libri di genere e di valore diversi.
    Alcuni sono o noiosi (elencano precetti e divieti su come lavarsi, vestirsi, cibarsi, pregare…che vengono ritenuti ormai impraticabili) o francamente diseducativi (presentano come atti meritori fecondare la schiava al posto della moglie sterile, sacrificare mediante sgozzamento il figlio unico,  sterminare sino al più piccolo neonato le popolazioni vinte in guerra…). Quanti studenti si avvicinerebbero alle Chiese cristiane perché attratti dalla concezione di Dio, dell’essere umano, della storia veicolata da queste pagine terribili?
    Ma nella Bibbia ci sono anche libri bellissimi, soprattutto nel Secondo Testamento, in cui la religione viene presentata non come militanza obbediente in un’organizzazione burocratica verticistica, bensì come avventura comunitaria condivisa da  fratelli e sorelle che s’impegnano pariteticamente per una società più creativa, solidale, compassionevole. Ebbene, anche questi testi sarebbero motivo di scandalo per tanti studenti che constaterebbero la distanza inaccettabile fra il messaggio dei profeti (e di Gesù in particolare) e il catechismo insegnato nelle parrocchie.
Insomma, in considerazione di ciò che"...  (continua qui)
Augusto Cavadi

1 commento:

  1. Il Vecchio Testamento sarebbe controproducente.. basta vedere i sorrisini maliziosi di Cazzullo col suo ultimo best seller.. mi limiterei al Nuovo Testamento, con particolare attenzione però..

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