mercoledì 26 gennaio 2011

Quei cuscini spariti dal Foro Italico...


   Un editoriale pubblicato oggi, sulle pagine palermitane di "Repubblica", dall'amico Francesco Palazzo.
   Avrei voluto scriverlo io, questo pezzo. Inserito dunque nel blog!

    La misura della decadenza di una città passa dalla conta delle piccole cose.
   Il fatto è che c´erano cinquantasei cuscini e ora ce ne sono soltanto ventitré. Dove, vi starete chiedendo. Se ve lo domandate vuol dire che non andate quasi mai sul prato del Foro Italico. Oppure ci andate spesso. Però ormai, da palermitani pur sensibili alle cose belle della città, vi siete abituati alle piccole cose che spariscono. Alla città che sta scomparendo lentamente con esse. Perché quei bei cuscini blu, luccicanti, di una tonalità davvero azzeccata, di ceramica e non di gommapiuma, erano all´inizio messi proprio sulle panchine, piastrellate e allegramente colorate, poste proprio a due passi dal mare.

     Quello che purtroppo dal centro città possiamo solo guardare, facendo con la manina ciao ciao ai turisti che con le grosse navi da crociera arrivano e partono. I cuscini non sono spariti tutti insieme in una notte. A uno a uno sono stati strappati a forza dalla loro sede. Al loro posto è rimasto il cemento con il quale erano stati fissati. E sino a quando erano i primi a scomparire, i palermitani, che sovente lì passeggiano, corrono, portano cuccioli animali e cuccioli umani, compulsano quotidiani e libri, potevano fare anche finta di non vedere. Ma da un certo momento in poi sarà stato impossibile non accorgersene.

    Il Comune di Palermo però non se n´è accorto lo stesso. La struttura che è addetta al controllo del prato avrebbe dovuto comunicarlo, non appena spariva il primo cuscino, all´ufficio addetto, che doveva subito preoccuparsi di rimpiazzare il pezzo mancante. Ma non è successo. Ora, neanche i ventitré cuscini blu rimasti, dei cinquantasei originari, stanno in salute. Sono quasi tutti con scritte varie, e lo smalto brillante che li ricopriva è un lontano ricordo. Sia chiaro, sulla contabilità non ci impicchiamo. Può essere che, mentre scriviamo, ne sia sparito ancora qualcuno. I trentatré cuscini potrebbero già essere trentaquattro o trentacinque. I restanti andrebbero dunque protetti, prima che la conta precipiti, come una specie in via d´estinzione. Tutte le cose belle rimaste a Palermo, dopo dieci anni di deserto politico e amministrativo, si dovrebbero catalogare e adottare. Prima che una alla volta, come i cuscini del Foro Italico, ci vengano sottratte alla vista senza che ce ne accorgiamo.

    E ai palermitani viene facile non rendersi conto delle sottrazioni di vivibilità che patiscono, e contribuiscono a creare con il silenzio o la partecipazione attiva, giorno dopo giorno. I cuscini del Foro Italico sottratti, in fondo, sono come la politica che piano piano ha abbandonato questa città. Centrodestra e centrosinistra, tra loro e al loro interno, si interrogano e litigano, restando però immobili e catatonici, su come iniziare una nuova stagione nel capoluogo. Ma questo è un altro discorso.

Francesco Palazzo, La Repubblica - Ediz. Palermo - 26/1/2011

1 commento:

  1. Ciao. Lascerò parlare Dr. Peter & Mr. Hook: gli mancavi... un po' come quei 33 cuscini al Foro Italico. Mi chiedo come stanno le cose su quel lido, a distanza di un anno. Spero di poter venire presto a constatarlo di persona, ma sarà solo una scusa per potermi riempirmi gli occhi e il cuore di quell'azzurro mare (da solcare). Un abbraccio.

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