domenica 17 aprile 2011

L'AMACA

E' proprio così: del latrare osceno, sulla morte di Vittorio come su altro, quello che fa male, veramente male, è che "ne esce lesa la realtà delle cose", e senza realtà io non saprei come vivere, né come scrivere.
 Non virgoletto l'ultima frase, sebbene sia di Michele Serra, perchè la faccio totalmente mia.

Quel povero figlio ammazzato a Gaza da un paio di fanatici di Allah lavorava con e per la gente della Striscia. Nemmeno il movente razzista ("era un occidentale") riesce a rendere pienamente onore alla totale imbecillità degli assassini. Stupidità e ignoranza sono l´humus ideale di ogni violenza politico-religiosa.
A confermarlo è anche la sordida eco che la morte di Arrigoni ha avuto in patria presso alcune teste vuote (abbiamo anche noi i nostri salafiti) che sul sito di un importante quotidiano di destra sghignazzano perché "i comunisti si ammazzano tra di loro", più altre idiozie che una mano pietosa, si spera, provvederà presto a cancellare, come si fece con i muri lordati da scritte inneggianti alla morte di soldati italiani.
Più dell´odio, sgomenta in quei commenti l´abissale ignoranza: qualcuno scrive che "l´ha ucciso Hamas", un altro che "guadagnava un sacco di soldi", è un parlare scardinato, un latrare pregiudizi, il gongolare osceno di chi non sa niente ma trova indispensabile parlare di tutto.
Leggendo quelle righe disgustose e pensando che dietro ognuno di quegli sputi su un cadavere c´è una persona, sono stato male. Non perché ritenga che, in qualunque modo, la memoria di Arrigoni possa esserne lesa. Ma perché ne esce lesa la realtà delle cose, e senza realtà io non saprei come vivere, né come scrivere.
Michele Serra (La Repubblica, 16.4.2011)

2 commenti:

  1. Non aggiungo altro, perchè l'articolo dice tutto. Perfettamente d'accordo.

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  2. @Vele Ivy: ciao! Vittorio e Michele ringraziano per l'attenzione.

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