A
Palermo, ci vivo a due passi, dal fiume Oreto.
Mi
chiedo spesso perché questo fiume non sia pulito come quelli dell’Alto Adige.
Lo immagino, l’Oreto bonificato: senza rifiuti, affiancato da panchine e aiuole
fiorite.
Prima di
me, alla sua rinascita, ci ha creduto Antonio Presti: “un catalizzatore che si
lascia attraversare dalle utopie (…) la sua missione è quella di dare corpo ai
sogni, smentendo la maledizione del non si può fare (…) E’ la sorgente dell’Oreto
il suo obiettivo: vuole comprarla e donarla a una comunità di 150 scuole,
spingendo gli amministratori a creare il parco che servirebbe alla
preservazione dell’ambiente naturale.” Così Roberto Alajmo, ne “L’arte di
annacarsi”.
Grazie,
Antonio. Grazie a Roberto che ci presta le parole giuste per definirti: “Un
siciliano capace di tirare la corda pazza senza strapparla, intrecciandola anzi
con quella civile fino a farne una gomena a cui ancorare le proprie utopie.”
Maria D’Asaro (Pubblicato su “Centonove” 9.12.2011)
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