venerdì 13 gennaio 2012

Due madri, una sola città



Ti può capitare, alle tre del pomeriggio di un giorno festivo, di essere al volante della tua macchinetta, a Palermo, vicino allo Zen. E di incrociare lo sguardo di una tua simile, più bruna di te, che aspetta l’autobus sotto la pioggia. Ci pensi un istante: poi freni di colpo. Accosti: le chiedi dove è diretta: “Piazzale Giotto. Lei è  gentile … ”. Veramente non è sulla tua traiettoria. Allungherai mezz’ora il tuo giro. La fai salire lo stesso. Scopri che è una badante: viene dallo Sri Lanka. A piazzale Giotto va a trovare il marito. Badante di un vedovo. Quando va bene, lei   incontra il marito due volte al mese.
Scopri che non festeggia il Natale perché è buddista. Che ha tre figli, nel suo paese: 11, 7 e 5 anni. Due maschi e una femminuccia. “Anch’io” – le confessi. “Allora siamo due madri” – aggiunge la donna con un sorriso.
Maria D’Asaro  (pubblicato su “Centonove” il 13.01.2012)

5 commenti:

  1. Il disegno sulla destra è già commento. Se le mani fossero sempre tese, a dare e ricevere, i problemi della vita sarebbero superabili con maggior serenità.
    Saluti carissimi.

    RispondiElimina
  2. sono gesti semplici e rari che fanno onore alla specie umana!!!
    Grazie Mari

    RispondiElimina
  3. Che bello... questi piccoli legami rendono speciali le nostre giornate!

    RispondiElimina
  4. @gattonero: è vero, se le mani fossero sempre tese, saremmo più sereni e solidali. Ricambio saluti affettuosi!
    @Luigi: grazie a te di essere passato da qui. Buona settimana.
    @Vele: ciao, è sempre un piacere trovarti. Che tenero il tuo ultimo post!

    RispondiElimina
  5. E' molto bello quello che hai scritto: penso anche io che sarebbe tutto più facile se fossimo maggiormente disposti ad andare verso l'altro, chiunque questi possa essere. Ciao

    RispondiElimina