Ti può
capitare, alle tre del pomeriggio di un giorno festivo, di essere al volante
della tua macchinetta, a Palermo, vicino allo Zen. E di incrociare lo sguardo
di una tua simile, più bruna di te, che aspetta l’autobus sotto la pioggia. Ci
pensi un istante: poi freni di colpo. Accosti: le chiedi dove è diretta:
“Piazzale Giotto. Lei è gentile … ”.
Veramente non è sulla tua traiettoria. Allungherai mezz’ora il tuo giro. La fai
salire lo stesso. Scopri che è una badante: viene dallo Sri Lanka. A piazzale
Giotto va a trovare il marito. Badante di un vedovo. Quando va bene, lei incontra il marito due volte al mese.
Scopri che
non festeggia il Natale perché è buddista. Che ha tre figli, nel suo paese: 11,
7 e 5 anni. Due maschi e una femminuccia. “Anch’io” – le confessi. “Allora
siamo due madri” – aggiunge la donna con un sorriso.
Maria D’Asaro (pubblicato su “Centonove” il 13.01.2012)
Il disegno sulla destra è già commento. Se le mani fossero sempre tese, a dare e ricevere, i problemi della vita sarebbero superabili con maggior serenità.
RispondiEliminaSaluti carissimi.
sono gesti semplici e rari che fanno onore alla specie umana!!!
RispondiEliminaGrazie Mari
Che bello... questi piccoli legami rendono speciali le nostre giornate!
RispondiElimina@gattonero: è vero, se le mani fossero sempre tese, saremmo più sereni e solidali. Ricambio saluti affettuosi!
RispondiElimina@Luigi: grazie a te di essere passato da qui. Buona settimana.
@Vele: ciao, è sempre un piacere trovarti. Che tenero il tuo ultimo post!
E' molto bello quello che hai scritto: penso anche io che sarebbe tutto più facile se fossimo maggiormente disposti ad andare verso l'altro, chiunque questi possa essere. Ciao
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