16.10.2011 – 29° T.O.
I lettura: Isaia 45, 1,4-6
Salmo: 95
II Lettura: I Paolo Tessalonicesi 1,1-5
Vangelo: Matteo, 22,15-21
Care sorelle e
fratelli, per secoli abbiamo creduto che l’autorità viene da Dio e c’è anche una
frase di San Paolo che ce lo ricordava. Per grazia di Dio, da pochissimo tempo abbiamo
capito che l’autorità non viene da Dio. Le autorità le scegliamo noi e sono
scelte perché siano messe a servizio di noi e quindi siamo autorizzati a
criticare qualsiasi autorità se non esercita il suo ruolo coltivando il bene comune
e vivendo questo ruolo nel servizio alla comunità.
Credo che la
stessa cosa dovremmo avere il coraggio di affermarla anche per l’autorità cosiddetta
religiosa. Mentre è sicuro che lo possiamo affermare per quella politica, ormai
ogni autorità la eleggiamo noi e abbiamo la responsabilità di averla eletta con
tutto quello che ci assumiamo quando sbagliamo eleggendo persone sbagliate - siamo
noi che le abbiamo scelte - e siamo responsabili delle scelte sbagliate che
abbiamo fatto, credo che lo stesso principio dovrebbe valere anche nei
confronti dell’autorità religiosa perché ogni ministero, che significa servizio,
è a servizio, se non è a servizio della comunità, che servizio è?
Ciò premesso,
Gesù aveva risposto in maniera profetica quando alcuni avversari di Gesù, che
erano anche avversari tra di loro, gli hanno fatto il trabocchetto. I Farisei
erano contro i Romani, gli Erodiani erano a favore dei Romani perché
compromessi con l’Impero Romano per le tasse. I Farisei e gli Erodiani erano
gli uno contro l’altro. I Farisei pensavano che l’impero di Roma, rendendo
provincia la Palestina e chiedendo tasse, doveva essere scacciato. Gli Erodiani
invece avevano accettato il compromesso e ne avevano qualche beneficio. Nei
confronti di Gesù si trovarono d’accordo perché Gesù non andava bene né al
potere religioso né al potere politico. E gli fanno il tranello, sentendosi
molto furbi, gli Erodiani e i Farisei i primi a favore dell’impero romano i
secondi contro.
Fanno a Gesù
una domanda bellissima che potrebbe essere tradotta in “Dobbiamo pagare le
tasse?” In quel caso era più che le tasse, era il tributo a Cesare. Ogni
persona adulta, dai dodici anni in poi, doveva pagare periodicamente un tributo
a Roma, agli esattori. “Dobbiamo pagare il tributo a Cesare, oppure no?”
Siamo dentro il
tempio. Prima del trabocchetto a Gesù gli fanno i complimenti: “Tu sei maestro,
noi sappiamo che dici sempre la verità, che tu insegni la via di Dio, tu non
hai preferenza di persone, tratti tutti allo stesso modo”, per fargli pensare
che hanno buone intenzioni.
E Gesù, che la
sa un po’ più lunga di loro, li mette in difficoltà quando dice “Mostratemi la
moneta”. La moneta aveva l’immagine dell’imperatore. L’imperatore veniva
considerato come una divinità, c’era il culto all’imperatore. La moneta
dell’immagine dell’imperatore non può entrare nel tempio sia perché nel tempio
sono proibite tutte le immagini sia perché essendo l’immagine dell’imperatore,
che veniva considerato Dio, come una divinità, la sua presenza avrebbe
profanato il tempio, avrebbe sporcato il tempio.
I Farisei si
sono trovati nel ballo. Gli consegnano la moneta, il denaro d’oro. Gesù non la
tocca e chiede “Di chi è questa immagine e di chi è l’iscrizione?”. Risposta: “di
Cesare”. E traduciamo abitualmente date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio
quello di Dio. La traduzione migliore dal greco dovrebbe essere: restituite a Cesare quel che è di Cesare e
restituite a Dio quello che è di Dio. Questo è oro, questa è un’immagine di
una falsa divinità. Restituitela, non ci interessa che voi trattiate
l’imperatore come un Dio. Non è un Dio. Restituitela, non trattatelo come Dio. Mentre
trattate come Dio soltanto Dio. E liberate il popolo da ogni oppressione fatta
nel nome di Dio. Restituiamo il popolo a Dio. Restituiamo a Dio quel che è di
Dio.
Non ci sia un
sistema di oppressione delle coscienze, di oppressione della libertà, ma Gesù
sta proclamando fondamentalmente la libertà di ognuno di noi dinanzi a Dio e dinanzi
a qualsiasi autorità.
Credo che la
proclamazione più bella, prima ancora della rivoluzione francese e più
profondamente di quello che è avvenuto con la rivoluzione francese, Gesù l’ha
fatta con questa parola. Non considerate Dio nessuno, ritenetevi liberi dinnanzi
a Dio perché Dio non è un padrone, ma ci è soltanto Padre. (...).
Non vendiamo la nostra libertà a nessuno, non la facciamo
comprare da nessuno, teniamola gelosamente e preziosamente vicina a noi, non
c’è favore che tenga, non c’è privilegio che ci venga concesso, non c’è prezzo
che valga per cui dobbiamo rinunciare all’unica cosa che è nostra, che è la
nostra libertà. Ed è il modo più bello di rendere culto gradito a Dio, in
verità e libertà.
È quello che Dio
vuole per noi, che possiamo sentirci liberi da ogni oppressione spirituale e
politica, da ogni forma di dominio economico o sociale. Ci vuole liberi figli,
dinnanzi al lui, in piedi con la nostra dignità. Ricominciamo da capo, care
sorelle e fratelli, restituiamo a Cesare tutto e lasciamoci restituire la
nostra libertà con il coraggio di potere fare le nostre scelte e se sbagliamo
pazienza, ci correggiamo a vicenda, ci aiutiamo a vicenda. E se un’autorità ci
vuole è per mettere insieme la ricerca di tutti, per coltivare insieme, comunitariamente,
le cose più belle che solo parzialmente possiamo scoprire.
Ognuno di noi
è solo un punto di vista, più punti di vista siamo, più diventa ricca, complessa,
interessante, la nostra apertura alla vita, alla storia ma con la ricchezza di
tutti, ricchezza personale, non parlo di soldi, mettendo in gioco la nostra
persona, la nostra libertà, insieme.
Godiamoci la
nostra libertà, senza paura di sbagliare. Seguiamo la nostra coscienza, ascoltiamo
tutti, ma alla fine dobbiamo tornare alla nostra coscienza, a quello di cui
siamo convinti dinanzi al Signore. E godiamoci questo dono grandissimo che è la
nostra libertà.
e soprattutto assumiamoci la responsabilità delle nostre scelte, senza scaricarla sugli altri!!!
RispondiEliminaBuona settimana Mari
@Luigi: hai ragione.
RispondiEliminaBuona settimana anche a te. Grazie della visita!