domenica 15 gennaio 2012

Dio ci vuole liberi


16.10.2011 – 29° T.O.
I lettura: Isaia 45, 1,4-6
Salmo: 95
II Lettura: I Paolo Tessalonicesi 1,1-5
Vangelo: Matteo, 22,15-21


Care sorelle e fratelli, per secoli abbiamo creduto che l’autorità viene da Dio e c’è anche una frase di San Paolo che ce lo ricordava. Per grazia di Dio, da pochissimo tempo abbiamo capito che l’autorità non viene da Dio. Le autorità le scegliamo noi e sono scelte perché siano messe a servizio di noi e quindi siamo autorizzati a criticare qualsiasi autorità se non esercita il suo ruolo coltivando il bene comune e vivendo questo ruolo nel servizio alla comunità.
Credo che la stessa cosa dovremmo avere il coraggio di affermarla anche per l’autorità cosiddetta religiosa. Mentre è sicuro che lo possiamo affermare per quella politica, ormai ogni autorità la eleggiamo noi e abbiamo la responsabilità di averla eletta con tutto quello che ci assumiamo quando sbagliamo eleggendo persone sbagliate - siamo noi che le abbiamo scelte - e siamo responsabili delle scelte sbagliate che abbiamo fatto, credo che lo stesso principio dovrebbe valere anche nei confronti dell’autorità religiosa perché ogni ministero, che significa servizio, è a servizio, se non è a servizio della comunità, che servizio è? 
Ciò premesso, Gesù aveva risposto in maniera profetica quando alcuni avversari di Gesù, che erano anche avversari tra di loro, gli hanno fatto il trabocchetto. I Farisei erano contro i Romani, gli Erodiani erano a favore dei Romani perché compromessi con l’Impero Romano per le tasse. I Farisei e gli Erodiani erano gli uno contro l’altro. I Farisei pensavano che l’impero di Roma, rendendo provincia la Palestina e chiedendo tasse, doveva essere scacciato. Gli Erodiani invece avevano accettato il compromesso e ne avevano qualche beneficio. Nei confronti di Gesù si trovarono d’accordo perché Gesù non andava bene né al potere religioso né al potere politico. E gli fanno il tranello, sentendosi molto furbi, gli Erodiani e i Farisei i primi a favore dell’impero romano i secondi contro.
Fanno a Gesù una domanda bellissima che potrebbe essere tradotta in “Dobbiamo pagare le tasse?” In quel caso era più che le tasse, era il tributo a Cesare. Ogni persona adulta, dai dodici anni in poi, doveva pagare periodicamente un tributo a Roma, agli esattori. “Dobbiamo pagare il tributo a Cesare, oppure no?”
Siamo dentro il tempio. Prima del trabocchetto a Gesù gli fanno i complimenti: “Tu sei maestro, noi sappiamo che dici sempre la verità, che tu insegni la via di Dio, tu non hai preferenza di persone, tratti tutti allo stesso modo”, per fargli pensare che hanno buone intenzioni.
E Gesù, che la sa un po’ più lunga di loro, li mette in difficoltà quando dice “Mostratemi la moneta”. La moneta aveva l’immagine dell’imperatore. L’imperatore veniva considerato come una divinità, c’era il culto all’imperatore. La moneta dell’immagine dell’imperatore non può entrare nel tempio sia perché nel tempio sono proibite tutte le immagini sia perché essendo l’immagine dell’imperatore, che veniva considerato Dio, come una divinità, la sua presenza avrebbe profanato il tempio, avrebbe sporcato il tempio.
I Farisei si sono trovati nel ballo. Gli consegnano la moneta, il denaro d’oro. Gesù non la tocca e chiede “Di chi è questa immagine e di chi è l’iscrizione?”. Risposta: “di Cesare”. E traduciamo abitualmente date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello di Dio. La traduzione migliore dal greco dovrebbe essere: restituite a Cesare quel che è di Cesare e restituite a Dio quello che è di Dio. Questo è oro, questa è un’immagine di una falsa divinità. Restituitela, non ci interessa che voi trattiate l’imperatore come un Dio. Non è un Dio. Restituitela, non trattatelo come Dio. Mentre trattate come Dio soltanto Dio. E liberate il popolo da ogni oppressione fatta nel nome di Dio. Restituiamo il popolo a Dio. Restituiamo a Dio quel che è di Dio.
Non ci sia un sistema di oppressione delle coscienze, di oppressione della libertà, ma Gesù sta proclamando fondamentalmente la libertà di ognuno di noi dinanzi a Dio e dinanzi a qualsiasi autorità.
Credo che la proclamazione più bella, prima ancora della rivoluzione francese e più profondamente di quello che è avvenuto con la rivoluzione francese, Gesù l’ha fatta con questa parola. Non considerate Dio nessuno, ritenetevi liberi dinnanzi a Dio perché Dio non è un padrone, ma ci è soltanto Padre. (...).
Non vendiamo la nostra libertà a nessuno, non la facciamo comprare da nessuno, teniamola gelosamente e preziosamente vicina a noi, non c’è favore che tenga, non c’è privilegio che ci venga concesso, non c’è prezzo che valga per cui dobbiamo rinunciare all’unica cosa che è nostra, che è la nostra libertà. Ed è il modo più bello di rendere culto gradito a Dio, in verità e libertà.  
È quello che Dio vuole per noi, che possiamo sentirci liberi da ogni oppressione spirituale e politica, da ogni forma di dominio economico o sociale. Ci vuole liberi figli, dinnanzi al lui, in piedi con la nostra dignità. Ricominciamo da capo, care sorelle e fratelli, restituiamo a Cesare tutto e lasciamoci restituire la nostra libertà con il coraggio di potere fare le nostre scelte e se sbagliamo pazienza, ci correggiamo a vicenda, ci aiutiamo a vicenda. E se un’autorità ci vuole è per mettere insieme la ricerca di tutti, per coltivare insieme, comunitariamente, le cose più belle che solo parzialmente possiamo scoprire.
Ognuno di noi è solo un punto di vista, più punti di vista siamo, più diventa ricca, complessa, interessante, la nostra apertura alla vita, alla storia ma con la ricchezza di tutti, ricchezza personale, non parlo di soldi, mettendo in gioco la nostra persona, la nostra libertà, insieme.
Godiamoci la nostra libertà, senza paura di sbagliare. Seguiamo la nostra coscienza, ascoltiamo tutti, ma alla fine dobbiamo tornare alla nostra coscienza, a quello di cui siamo convinti dinanzi al Signore. E godiamoci questo dono grandissimo che è la nostra libertà.


  (il testo non è stato rivisto dall'autore, don Cosimo Scordato: pertanto eventuali errori o omissioni sono della scrivente, che si assume pertanto la responsabilità delle eventuali imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)

2 commenti:

  1. e soprattutto assumiamoci la responsabilità delle nostre scelte, senza scaricarla sugli altri!!!
    Buona settimana Mari

    RispondiElimina
  2. @Luigi: hai ragione.
    Buona settimana anche a te. Grazie della visita!

    RispondiElimina