Era all’erta per ogni strano scricchiolio:
aveva paura che nel buio ballassero chissà quali fantasmi, temeva che sua madre
o la sorellina morissero nel sonno, era terrorizzata all’idea che, come ai
pastorelli di Fatima, potesse apparirle, senza preavviso, una qualche madonna
piangente…
Forse era il silenzio troppo vasto del suo
paesino che la opprimeva. Forse era il sorriso allegro di sua madre, che le
mancava.
Una volta, Maruzza emigrò nella grande
città, a trovare il clan dei tanti parenti. E si ritrovò a dormire in una casa
diversa, in un letto nuovo, col timore che anche lì le facessero compagnia i
soliti spettri che popolavano la sua solitudine notturna.
Ma, con grande stupore, la bimbetta scopri
che nella grande città la notte non si sposava con l’oscuro silenzio che
regnava nel suo paesino: una sinfonia, allegra e scomposta, di tram, di
automobili, di parole lontane e vicine, di cento altri suoni normali ed umani
accarezzava le sue sensibili orecchie, mettendo a tacere, per una volta, i suoi
fantasmi interiori.
Quella notte Maruzza riuscì a dormire
serena, cullata dolcemente dall’insperata ninna nanna metropolitana.
Una bella storia con un capovolgimento dell'eterno conflitto città/campagna. In effetti a volte è bello anche percepire la città pulsante attorno a sé, per sentirsi meno soli.
RispondiElimina' vero, a volte il troppo silenzio fa paura. Anche io sono un po' animale di città
RispondiElimina@Vele: l'ottima scelta da parte tua dell'aggettivo "pulsante" mi fa pensare a una bella canzone di Giorgio Gaber "Come è bella la città", anche se un pò ironica. La conosci?!
RispondiElimina@la stanza: mah...io amo la campagna: mi piacerebbe avere un orto, un giardino. Ma forse solo in teoria: in realtà anch'io sono un pò animale di città!
Riecco la Maruzza cucciola... A casa mia ci pensano i vicini a rompere. Il silenzio della notte, intendo. Ciao ciao.
RispondiElimina@DOC: Maruzza cucciola ... me lo scrivi solo tu. Che tu sia benedetto, intanto per questo! Ciao, buona serata.
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