giovedì 3 maggio 2012

Le rondini e la morte

Da ragazzina, Maruzza adorava la primavera e l’estate. Le attendeva con impazienza già da gennaio, quando, finita la magia delle feste natalizie, non le rimaneva  altro che lo studio e il solito tran tran familiare. A febbraio si rallegrava per i pomeriggi allungati e per il tiepido sole che iniziava a illuminare e scaldare il balcone della cucina. A marzo spiava con ansia le prime foglioline verdi e fiutava nell’aria ogni promessa di primavera. Aprile e maggio erano i suoi mesi preferiti: gioiva per l’incontenibile esplodere della natura rinata, per  il cielo azzurro, per gli alberi fioriti, per i fili d’erba che spuntavano dal selciato. Per i campi rossi di sulla, per l’odore di zagara, per il garrire incessante e il festoso volteggiare delle rondini nel cielo azzurro che più azzurro non si può. E poi sarebbe venuta l’estate: mare, sole, vacanze e, chissà, forse un incontro...
Ma un giorno di maggio, il suo amatissimo nonno lentamente moriva. Con la mano destra, non intaccata dalla paralisi, cercava ripetutamente di toccare una barra di ferro posta all’altezza del capezzale: chissà, forse pensava che gli potesse “svegliare “ il corpo addormentato. “Nonno, sono Maria Antonietta ... ”: è possibile che abbia accennato a un sorriso?
Maruzza non riusciva a capire  come si  potesse morire con quel cielo così terso, con le rondini che non smettevano un istante di cantare, impazzite di gioia nell’aria. Loro non sapevano che il nonno soffriva:  solo lei lo sapeva e non le riusciva più di volare con loro ... “Nonno, come stai?”...  Ma il nonno non rispondeva più. Ormai nella stanza c’era solo il suono del suo respiro affannoso. L’unica cosa viva del suo corpo era quell’umore nell’occhio sinistro, che continuava a formarsi nonostante la ragazzina gli detergesse l’estremità della palpebra ...
La primavera, il 4 maggio di mille anni fa, con i suoi profumi inebrianti, il suo dolce tepore e la sua vitalità dirompente, era tutta lì. Così vera e intensa da farle male.
Ma per Maruzza c’è solo il silenzio assoluto della sua solitudine.

3 commenti:

  1. grazie Mari per aver condivoso con noi questo ricordo così tenero e poetico, anche se velato da una malinconia che però non intristisce il cuore!

    RispondiElimina
  2. @Luigi: grazie! Buona settimana.
    @gattonero: ricambio l'abbraccio. Buona settimana.

    RispondiElimina