Da ragazzina, Maruzza adorava la primavera e l’estate.
Le attendeva con impazienza già da gennaio, quando, finita la magia delle feste
natalizie, non le rimaneva altro che lo
studio e il solito tran tran familiare. A febbraio si rallegrava per i pomeriggi
allungati e per il tiepido sole che iniziava a illuminare e scaldare il balcone
della cucina. A marzo spiava con ansia le prime foglioline verdi e fiutava
nell’aria ogni promessa di primavera. Aprile e maggio erano i suoi mesi
preferiti: gioiva per l’incontenibile esplodere della natura rinata, per il cielo azzurro, per gli alberi fioriti, per
i fili d’erba che spuntavano dal selciato. Per i campi rossi di sulla, per l’odore
di zagara, per il garrire incessante e il festoso volteggiare delle rondini nel
cielo azzurro che più azzurro non si può. E poi sarebbe venuta l’estate: mare,
sole, vacanze e, chissà, forse un incontro...
Ma un giorno di maggio, il suo amatissimo nonno lentamente
moriva. Con la mano destra, non intaccata dalla paralisi, cercava ripetutamente
di toccare una barra di ferro posta all’altezza del capezzale: chissà, forse
pensava che gli potesse “svegliare “ il corpo addormentato. “Nonno, sono Maria
Antonietta ... ”: è possibile che abbia accennato a un sorriso?
Maruzza non riusciva a
capire come si potesse morire con quel cielo così terso, con
le rondini che non smettevano un istante di cantare, impazzite di gioia
nell’aria. Loro non sapevano che il nonno soffriva: solo lei lo sapeva e non le riusciva più di
volare con loro ... “Nonno, come stai?”... Ma il nonno non rispondeva più. Ormai nella
stanza c’era solo il suono del suo respiro affannoso. L’unica cosa viva del suo
corpo era quell’umore nell’occhio sinistro, che continuava a formarsi
nonostante la ragazzina gli detergesse l’estremità della palpebra ...
La primavera, il 4 maggio di mille anni
fa, con i suoi profumi inebrianti, il suo dolce tepore e la sua vitalità
dirompente, era tutta lì. Così vera e intensa da farle male.
Ma per Maruzza c’è solo il silenzio
assoluto della sua solitudine.
grazie Mari per aver condivoso con noi questo ricordo così tenero e poetico, anche se velato da una malinconia che però non intristisce il cuore!
RispondiEliminaSolo un abbraccio.
RispondiElimina@Luigi: grazie! Buona settimana.
RispondiElimina@gattonero: ricambio l'abbraccio. Buona settimana.