martedì 27 ottobre 2015

Orfani di misericordia

     Sale con me sul treno, vicino Bergamo, una ragazza alta e robusta, di pelle scura; indossa una maglietta gialla a righe e ha una vistosa cicatrice nella gamba destra. Mentre fatico a tirare su la mia valigia, avverto la durezza del suo sguardo, carico di disprezzo per la mia scarsa forza fisica. In seguito, nel nostro scompartimento entra il controllore e le dice: “Il tuo biglietto non è valido: siamo in Lombardia. Devi pagare €8,50.” Lei replica: “Non pago. Ho il biglietto.” “Allora ti denunzio alla Polizia Ferroviaria.” “Ce l’ho il biglietto. Vaffan …”.  I due litigano e poi scendono dal treno. C’è una sosta imprevista di alcuni minuti. Poi la donna risale. Il suo sguardo è più chiuso e duro di prima. Parla concitatamente al telefono in una lingua sconosciuta. In qualche modo, il viaggio continua; ma senza quel pizzico di compassione reciproca che ce lo renderebbe più lieve. 
                                                            Maria D’Asaro: “Centonove”, n. 23 del 22.10.2015

2 commenti:

  1. Un post che mi mette in difficoltà. Viaggio spesso in treno, pago regolarmente il biglietto ma... chi non può pagarlo?

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  2. bella riflessione... in fondo abbiamo tutti bisogno di considerazione e comprensione, di misericordia. Baci

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